Gli eventi degli ultimi anni hanno segnato grandi rivoluzioni all’interno delle risorse umane, che continueranno ad avere ricadute anche nel lungo termine. In ambito professionale questo è particolarmente evidente: nonostante un ritorno alla normalità o, per meglio dire, al cosiddetto “new normal”, le priorità degli italiani in ambito professionale non sembrano essere cambiate troppo rispetto al periodo di emergenza sanitaria. È quanto emerge dalla Employer Brand Research 2022, l’indagine più rappresentativa e completa al mondo sul tema dell’employer branding.
Superata la fase più critica della pandemia, infatti, i dipendenti hanno confermato, seppur con percentuali leggermente diverse, le stesse gerarchie emerse dalla rilevazione dello scorso anno.
La novità principale è rappresentata dal fatto che, per il 2022, la forza lavoro italiana ha collocato al primo posto un’atmosfera di lavoro piacevole e un clima aziendale positivo. Questo, dunque, il driver più importante nella scelta di un datore di lavoro, a pari merito con un altro aspetto altrettanto importante: un buon equilibrio tra vita privata e professionale
Dal work life balance alla buona retribuzione, ecco - nel dettaglio - quali sono i principali motivi che spingono i lavoratori a legare il proprio percorso professionale ad un’azienda.
1: atmosfera piacevole a lavoro.
L’atmosfera di lavoro piacevole interrompe il dominio del work life balance contendendosi il primo posto nella classifica dei driver più importanti nella scelta di un’azienda.
Per il 65% degli intervistati è questa, infatti, la priorità quando valuta una nuova compagnia Una preferenza che supera di due punti percentuali la media europea, dove, al primo posto nella sua scala di priorità troviamo retribuzione e benefit aziendali interessanti (66%).
L’aspetto legato all’atmosfera lavorativa, in particolare, risulta prioritariotra le donne, tra i lavoratori che fanno parte della generazione Z (18-25 anni) e tra chi possiede ha un grado di istruzione medio che, rispetto alle altre categorie esaminate,, lo pongono al di sopra di aspetti come solidità finanziaria, buona reputazione del datore di lavoro, visibilità del percorso di carriera e così via. .
Non emergono, invece, sostanziali differenze in base alle categorie di lavoro, con impiegati e operai che preferiscono in egual misura (65%) un buon clima sul posto di lavoro.
2: work life balance.
Un buon equilibrio tra vita privata e professionale resta prioritario per i lavoratori italiani, anche se quest’anno deve condividere il primato con un altro driver.
Il 65% degli intervistati ha dichiarato, infatti, che il work life balance è cruciale nella scelta di un’azienda, un risultato maggiore rispetto a quello dei colleghi europei (61%).
Un fattore che risulta determinante, in particolar modo,
- tra i baby boomers (58-64 anni), se guardiamo alla generazione di appartenenza
- per gli impiegati (65% rispetto al 63% degli operai 63%), se filtriamo per categoria di lavoro
- per i lavoratori con un basso livello di istruzione.
3: retribuzione e benefit interessanti.
I driver che per la forza lavoro europea sono una priorità occupano, invece, il terzo posto nel nostro Paese.
Stiamo parlando di retribuzione e benefit interessanti, indicati come prioritari dal 61% degli intervistati (contro il 66% in Europa).
Aspetti che salgono al primo posto anche in Italia se si parla di lavoratori che appartengono alla generazione dei Millennials (26-41 anni).
Guardando alle categorie di lavoro, retribuzione e benefit risultano invece maggiormente rilevanti per gli impiegati (62%) rispetto agli operai (59%).
4: sicurezza del posto di lavoro.
Per la sicurezza sul posto di lavoro si confermano le percentuali della scorsa rilevazione, essendo stata indicata dal 58% degli intervistati (contro il 60% della media europea).
Tenendo conto della categoria di lavoro di appartenenza, la sicurezza è più importante per gli impiegati (58%) e meno per gli operati (54%).
5: visibilità del percorso di carriera.
Anche la visibilità del percorso carriera si conferma al quinto posto con una preferenza identica alla scorsa rilevazione (54%), superiore di quattro punti percentuali rispetto alla media europea.
Questo aspetto è, però, considerato prioritario tra i lavoratori con grado di istruzione elevato e in misura maggiore tra gli impiegati (54%) rispetto agli operai (51%).