Sapere cosa cercano i lavoratori in un’azienda è essenziale per chi si occupa di risorse umane dal momento che oggi le persone che condividono gli stessi spazi di lavoro appartengono a epoche molto diverse tra loro per formazione, visione del mondo e approccio alla carriera.

Baby Boomer, Generazione X, Millennials e Generazione Z coesistono all’interno dello stesso ecosistema lavorativo, portando con sé valori, aspettative e obiettivi professionali distinti, talvolta persino opposti.

Questa pluralità di visioni, se compresa e valorizzata, rappresenta una straordinaria ricchezza. Ma per chi si occupa di risorse umane, management e organizzazione aziendale, comporta anche una sfida: costruire ambienti di lavoro capaci di rispondere alle esigenze di tutti, favorendo dialogo, collaborazione e benessere individuale.

colleghi appartenenti a diverse generazioni al lavoro
colleghi appartenenti a diverse generazioni al lavoro

randstad workmonitor.

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cosa cercano i lavoratori in azienda: alcuni dati.

Le aziende che vogliono attrarre e trattenere i migliori talenti e costruire team realmente inclusivi e performanti non possono più permettersi un approccio “neutro” alla gestione del personale. È necessario ascoltare e comprendere a fondo le motivazioni che guidano ciascuna generazione.

Una conferma delle differenze generazionali nell’approccio al lavoro arriva dall’indagine Randstad Workmonitor, condotta in 35 Paesi su un campione di lavoratori di età compresa tra i 18 e i 67 anni. 

Lo studio ha analizzato in profondità le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro, mettendo in luce i fattori che oggi guidano la scelta di un’azienda e influenzano il livello di soddisfazione nel proprio ruolo attuale. Tra questi, in particolare:

  • equilibrio tra lavoro e vita privata (87%);
  • sicurezza del lavoro (un contratto diretto con il datore di lavoro) (87%);
  • “sentirsi realizzati” sul lavoro (85%);
  • retribuzione (85%);
  • numero di giorni di ferie annuali (78%);
  • assicurazione sanitaria o altre prestazioni sanitarie (78%);
  • formazione e sviluppo (76%);
  • avanzamento di carriera (74%).

Contano molto anche le politiche di congedo parentale o per gravi motivi familiari (73%), la flessibilità in termini di orario di lavoro (73%), l'opportunità di avere un impatto personale (70%) e di lavorare in contesti che promuovano l’innovazione (69%).

Questi dati delineano un quadro complesso, ma estremamente utile per capire come cambiano le aspettative dei lavoratori in base all’età. Entriamo ora nel dettaglio dei risultati emersi dalla ricerca, al fine di comprendere quali siano le specifiche necessità e i desideri lavorativi di Baby Boomer, Gen X, Millennials e Gen Z.

cosa cercano al lavoro i boomer.

I lavoratori Boomer sono nati tra il 1946 e il 1964, cioè durante il periodo della grande crescita demografica (boom) che ha caratterizzato quegli anni, insieme al boom economico del secondo dopoguerra.

Oggi questo termine viene utilizzato dai più giovani in modo sarcastico (con l’espressione gergale “Ok, Boomer!”), per rivolgersi scherzosamente alle persone più “anziane”. Si tratta in realtà di persone con importanti ideali, saldi principi e un incredibile bagaglio di conoscenze.

I Boomer portano in azienda un forte senso del dovere e una visione del lavoro spesso legata alla stabilità e alla sicurezza. Non a caso, tra i fattori più rilevanti nella scelta (o nella permanenza) in un’azienda troviamo proprio la retribuzione (92%) e la sicurezza occupazionale (87%), che superano in importanza molte delle istanze più moderne legate alla flessibilità o all’innovazione. 

L’equilibrio tra vita privata e lavoro è considerato estremamente importante (87%), ma viene visto più come garanzia di benessere generale che come leva per ripensare la struttura del lavoro in chiave agile.

Dal punto di vista dell’engagement, i Boomer si dimostrano fedeli, ma non disposti a rimanere a tutti i costi. Circa il 37% sarebbe disposto a lasciare l’impiego in caso di ambiente tossico, mentre il 32% lo farebbe per ottenere una retribuzione migliore. Inoltre, ben il 58% non accetterebbe una nuova proposta se non offrisse benefit. La possibilità di lavorare in un contesto che riconosce il merito e promuove il benessere è dunque centrale anche in questa fascia anagrafica.

La formazione rappresenta un bisogno trasversale a tutte le generazioni, ma nel caso dei Boomer assume un significato particolare: pur essendo lavoratori esperti, mostrano un forte interesse ad aggiornarsi su temi di frontiera. Sono infatti proprio loro, più delle generazioni più giovani, a segnalare la formazione sull’intelligenza artificiale come un’esigenza prioritaria (50%). Un dato che sfata lo stereotipo secondo cui l’innovazione sarebbe appannaggio esclusivo dei più giovani, e conferma come anche i lavoratori senior vogliano restare al passo con i cambiamenti del mercato.

Nel complesso, i Boomer cercano un’azienda seria, stabile e coerente nei valori, capace di garantire protezione, riconoscimento e rispetto. Più che rincorrere il cambiamento, desiderano un’organizzazione che sappia valorizzare ciò che hanno già costruito: la loro esperienza.

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cosa cerca la Gen X al lavoro.

La Generazione X comprende i nati tra il 1965 e il 1980. Si parla di “generazione invisibile”, cresciuta all’ombra dei Boomer, schiacciata dalla loro forte identità. Le persone che ne fanno parte crescono in un periodo di austerità e di forti tensioni politiche e sociali.

Negli ultimi anni, le aspettative professionali della Gen X sono cambiate sensibilmente. I lavoratori di questa generazione sono particolarmente attenti alla stabilità e alla sicurezza, ma conferiscono oggi molta importanza anche alla flessibilità, diventata un requisito fondamentale nella valutazione delle opportunità lavorative.

Il 78% considera la flessibilità dell’orario di lavoro un elemento importante - più di qualsiasi altra generazione - e ben il 68% attribuisce altrettanto valore alla possibilità di scegliere il luogo da cui lavorare. Non sorprende, quindi, che il 45% rifiuterebbe un’offerta di lavoro che non garantisca una certa flessibilità. Un cambiamento che riflette un’esigenza di maggiore controllo sulla propria vita quotidiana e una migliore conciliazione tra sfera privata e professionale.

La sostenibilità e i temi di diversity, equity & inclusion, seppur importanti, non rappresentano ancora un driver decisivo per l’accettazione di un impiego: solo il 39% non accetterebbe un lavoro in un’azienda che non si impegna attivamente per migliorare l’equità e la diversità, mentre il 38% lo rifiuterebbe in assenza di un impegno verso la sostenibilità. Percentuali inferiori rispetto alle generazioni più giovani.

Molto sentita, invece, l’esigenza di crescita e aggiornamento continuo. Il 76% dei lavoratori appartenenti alla Gen X, infatti, considera fondamentali le opportunità di formazione e sviluppo.

La Generazione X presenta dunque una visione del lavoro che bilancia la tradizione e le nuove tendenze lavorative. La loro esperienza e la prospettiva maturata nel tempo li rendono meno propensi a cambiamenti radicali nel modo di lavorare, preferendo un equilibrio tra vita professionale e personale senza per questo sacrificare la stabilità e la continuità lavorativa.

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cosa cercano i Millennials in azienda.

I Millennials, o Generazione Y, sono i nati tra il 1981 e la fine degli anni '90. Sono i primi a muoversi agilmente tra le nuove tecnologie, i media e la comunicazione. Nel mondo del lavoro, questa generazione ha vissuto in prima persona la crisi economica tra gli anni 2007 e 2013, subendone i contraccolpi.

Sicurezza del lavoro (85%) ed equilibrio tra vita privata e vita lavorativa (84%) restano priorità assolute e sono affiancate da un’esigenza altrettanto importante: sentirsi realizzati nel proprio ruolo (83%). Non basta “avere un posto fisso”: i Millennials vogliono che il lavoro abbia senso, che sia coerente con i propri valori personali e che permetta una crescita costante, sia sul piano professionale che su quello umano.

È proprio questo desiderio di crescita a distinguere i Millennials dalle generazioni precedenti. La formazione e lo sviluppo sono importanti per tutte le fasce d’età, ma i Millennials sono più propensi a rifiutare offerte che non prevedano reali percorsi di crescita: vogliono imparare, aggiornarsi, accedere a contenuti formativi di qualità e sentirsi parte di un’organizzazione che investe sul loro potenziale.

Pur non essendo la generazione più “militante”, i Millennials prestano molta attenzione ai valori dell’azienda. Anche se meno radicali della Gen Z, sono sensibili ai temi dell’ambiente, della responsabilità sociale e della diversity & inclusion e considerano importante che l’impresa si impegni concretamente su questi fronti.

cosa cerca la Gen Z.

La Generazione Z include i nati tra il 1997 e il 2010. Nativi digitali, utilizzano le tecnologie e il web quotidianamente. La dimensione digitale fa pienamente parte della loro vita. Gli appartenenti a questa generazione sono detti anche “Zoomer”.

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è al primo posto tra i fattori più importanti nel lavoro (86%) per gli intervistati appartenenti alla Gen Z, seguito dalla flessibilità degli orari (72%) e da quella del luogo di lavoro (69%).

Questa generazione esprime un chiaro desiderio per condizioni di lavoro che si adattino alle proprie esigenze personali, evidenziando una richiesta di maggiore autonomia e un rifiuto di ruoli che mancano di flessibilità.

Il loro approccio al lavoro è fortemente influenzato da una richiesta di allineamento con i valori aziendali in termini di sostenibilità e DE&I. Quasi la metà degli appartenenti a questa generazione (49%) non accetterebbe un impiego in un’azienda che non dimostri un impegno concreto per la sostenibilità ambientale e il 45% rifiuterebbe un’offerta se l’organizzazione non promuovesse attivamente la diversità e l’equità. 

La Gen Z manifesta anche una significativa attenzione per la propria crescita professionale e lo sviluppo delle competenze, soprattutto in contesti che richiedono l'adattamento all'evoluzione tecnologica e digitale: ciò porta a considerare in modo particolarmente positivo l'importanza delle opportunità di apprendimento e sviluppo, che possono considerarsi determinanti nella scelta di accettare o meno un'offerta di lavoro.

Accanto a queste esigenze, emergono anche fragilità profonde. La Gen Z è la generazione che più di tutte dichiara di non sentirsi completamente libera di esprimersi in ambito lavorativo: solo il 68% afferma di essere a proprio agio nel condividere i propri punti di vista senza timore di giudizi o discriminazioni. Il 69% ammette di nascondere aspetti della propria identità sul lavoro e, dato ancor più significativo, il 34% ha lasciato un impiego proprio per questa ragione.

Per attrarre e trattenere i giovani talenti, le aziende devono quindi costruire spazi sicuri e autentici, in cui ogni persona si senta libera di essere se stessa, senza compromessi. La Gen Z è pronta a dare il massimo, ma solo se si sente rispettata, ascoltata e valorizzata.

infografica: le priorità di carriera per la Gen Z.

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Il Randstad Workmonitor mette in luce differenze significative nelle aspettative e nelle preferenze lavorative delle diverse generazioni di professionisti. Questo divario sottolinea la necessità per i datori di lavoro di adottare strategie di gestione del personale personalizzate, che tengano conto delle diversità che caratterizzano le proprie persone. Adeguare le politiche interne alle esigenze di ogni generazione può aiutare ad aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione dei talenti, creando un ambiente lavorativo più inclusivo e produttivo.

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