Sapere cosa cercano i lavoratori in un’azienda è essenziale per chi si occupa di risorse umane dal momento che oggi si trovano a convivere generazioni con bisogni e ambizioni molto diverse: Baby Boomer, Generazione X, Millennials e Generazione Z condividono il medesimo ecosistema lavorativo, portando con sé valori, aspettative e obiettivi professionali distinti.
Conoscere cosa guida le decisioni professionali di ogni generazione di lavoratori diventa dunque essenziale per creare un ambiente di lavoro positivo ed equilibrato e riuscire ad attrarre e trattenere i migliori talenti.
Randstad Workmonitor, realizzata in oltre 30 Paesi su un campione di persone comprese tra i 18 e i 67 anni, ha messo in evidenza differenze generazionali nell'approccio al lavoro e alla scelta di un’azienda.
Lo studio sulle trasformazioni del mercato del lavoro ha infatti indagato gli elementi che i professionisti reputano più rilevanti in un’azienda. Tra questi, in modo particolare:
- l’equilibrio tra lavoro e vita privata
- la retribuzione
- la sicurezza del lavoro
- il “sentirsi realizzati
- la flessibilità di orario
- il numero di giorni di ferie
- la formazione
- l’assicurazione sanitaria
- l’opportunità di un avanzamento di carriera (promozione o passaggio a un nuovo ruolo)
- la politica sui congedi parentali
- i valori del datore di lavoro
- la possibilità di lavorare da remoto.
Entriamo, quindi, nel dettaglio dei risultati emersi, al fine di comprendere quali siano le specifiche necessità e i desideri lavorativi di ogni generazione.
indice dei contenuti:
cosa cercano i lavoratori “boomer” in azienda.
I lavoratori boomer sono nati tra il 1946 e il 1964, cioè durante il periodo della grande crescita demografica (boom) che ha caratterizzato quegli anni, insieme al boom economico del secondo dopoguerra. Oggi questo termine viene utilizzato dai più giovani in modo sarcastico (con l’espressione gergale “Ok, boomer!”), per rivolgersi scherzosamente alle persone più “anziane”. Si tratta in realtà di persone con importanti ideali, saldi principi e un incredibile bagaglio di conoscenze.
Rispetto alle generazioni più giovani, i Baby Boomer attribuiscono meno importanza alla flessibilità sia in termini di ubicazione che di orario di lavoro: solo il 31% di loro considera la possibilità di lavorare da diversi ambienti come una priorità e il 35% esprime preoccupazione per gli orari flessibili. Inoltre, per quanto riguarda la possibilità di lavorare da remoto, solo il 35% dei Baby Boomer la considera non negoziabile
Sul fronte della motivazione e dell'ambizione professionale, i Baby Boomer mostrano minori aspirazioni di carriera, ma un maggiore ingaggio verso il proprio lavoro. Solo il 32% infatti, si giudica ambizioso. Un dato che può legarsi anche al desiderio di accesso a possibilità di formazione aziendale e sviluppo professionale. Anche in questo caso, probabilmente a causa di una maggiore esperienza acquisita nel corso degli anni e una minore propensione al cambiamento, solo il 61% degli appartenenti alla generazione dei Baby Boomer ritiene importanti le attività di skilling e upskilling. Il dato più basso, se confrontato con le altre generazioni.
gen X e lavoro.
La generazione X comprende i nati tra il 1965 e il 1980. Si parla di “generazione invisibile”, cresciuta all’ombra dei boomer, schiacciata dalla loro forte identità. Le persone che ne fanno parte crescono in un periodo di austerità e di forti tensioni politiche e sociali.
Meno di un terzo (32%) dei membri della Gen X rifiuterebbe un ruolo che manca di flessibilità del luogo di lavoro e il 37% valuta importanti gli orari flessibili. Questi dati suggeriscono che, sebbene la flessibilità sia importante, non è un elemento così cruciale come lo è per le generazioni più giovani.
I professionisti della generazione X, inoltre, così come i colleghi più anziani, conferiscono una minore importanza ai valori del proprio datore di lavoro. Solo il 34%, infatti, non accetterebbe un lavoro se l’azienda non fosse allineata con i propri principi i termini di diversità e sostenibilità. Molto importanti, invece, le opportunità di formazione e sviluppo (70%), anche se con 10 punti percentuali di differenza dalle generazioni più giovani.
La Generazione X presenta dunque una visione del lavoro che bilancia la tradizione e le nuove tendenze lavorative, prediligendo la stabilità e la sicurezza lavorativa rispetto alla massima flessibilità o al lavoro da remoto. La loro esperienza e la prospettiva maturata nel tempo li rendono meno propensi a cambiamenti radicali nel modo di lavorare, preferendo un equilibrio tra vita professionale e personale senza per questo sacrificare la stabilità e la continuità lavorativa.
millennial e azienda, cosa cercano?
I millennials, o generazione y, sono i nati tra il 1981 e la fine degli anni '90. Sono i primi a muoversi agilmente tra le nuove tecnologie, i media e la comunicazione. Nel mondo del lavoro questa generazione ha vissuto in prima persona la crisi economica tra gli anni 2007 e 2013, subendone i contraccolpi.
Questa generazione è tra le più ambiziose e valuta fortemente la flessibilità del lavoro, sia in termini di orari che di luogo di lavoro, con il 42% che considera il lavoro da remoto come non negoziabile.
A differenza delle generazioni precedenti, i Millennial sono più inclini a rifiutare un'offerta di lavoro che non offra opportunità di apprendimento e sviluppo, evidenziando un forte desiderio di crescita professionale e personale. Basti pensare che per il 79% la formazione è un valore di primo piano.
Inoltre, il 34% pensa che il datore di lavoro non comprenda la propria generazione, tanto che, il 61% nasconde aspetti di sé sul posto di lavoro, suggerendo la presenza di una discrepanza tra il loro vero sé e l'ambiente lavorativo.
I Millennial pongono grande enfasi sul work-life balance, considerandolo un fattore critico nella scelta del lavoro. Questo desiderio di flessibilità e un ambiente di lavoro adattabile si riflette anche nella loro disponibilità a lasciare il lavoro se questo impedisce di godere della vita o se l'ambiente lavorativo non supporta la loro visione della flessibilità.
gen Z: cosa cercano i giovani nel lavoro?
La generazione Z include i nati tra il 1997 e il 2010. Nativi digitali, utilizzano le tecnologie e il web quotidianamente. La dimensione digitale fa pienamente parte della loro vita. Gli appartenenti a questa generazione sono detti anche zoomer.
Per il 46% degli intervistati che appartiene alla generazione Z la flessibilità del luogo di lavoro è essenziale, mentre per il 51% lo è anche quella di orari. a non sottovalutare poi che una percentuale significativa (48%) considera la possibilità di lavorare da remoto come un elemento non negoziabile nella scelta di un datore di lavoro.
Questa generazione esprime un chiaro desiderio per condizioni di lavoro che si adattino alle proprie esigenze personali, evidenziando una richiesta di maggiore autonomia e un rifiuto di ruoli che mancano di flessibilità. Il loro approccio al lavoro è fortemente influenzato da aspettative di maggiore work-life-balance, nonché da una richiesta di allineamento con i valori aziendali in termini di leadership, sostenibilità e diversità. Tuttavia, il 40% ha la sensazione di non essere pienamente compreso sul posto di lavoro.
La Gen Z manifesta anche una significativa attenzione per la propria crescita professionale e lo sviluppo delle competenze, soprattutto in contesti che richiedono l'adattamento all'evoluzione tecnologica e digitale: ciò porta a considerare in modo particolarmente positivo l'importanza delle opportunità di apprendimento e sviluppo, che possono considerarsi determinanti nella scelta di accettare o meno un'offerta di lavoro.
conclusioni.
Il Randstad Workmonitor mette in luce delle significative differenze nelle aspettative e nelle preferenze lavorative delle diverse generazioni di professionisti:
- mentre la Generazione Z e i Millennial danno grande importanza alla flessibilità, al lavoro da remoto e alle opportunità di apprendimento, evidenziando un forte desiderio di equilibrio tra vita professionale e personale
- la Generazione X e i Baby Boomer mostrano una maggiore inclinazione verso la stabilità e la tradizione lavorativa, pur riconoscendo il valore della flessibilità.
Questo divario tra le generazioni di lavoro a confronto sottolinea la necessità per i datori di lavoro di adottare strategie di gestione del personale più personalizzate, che tengano conto delle diverse priorità e aspettative delle proprie persone. Adeguare le politiche lavorative alle esigenze di ogni generazione può consentire, infatti, di aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione dei talenti, creando un ambiente lavorativo più inclusivo e produttivo.