Il people management è una gestione delle risorse umane che mette al centro le persone, le loro peculiarità e le loro esigenze. 

L’universo azienda è cambiato moltissimo nel corso del tempo. Fino ad alcuni anni fa il focus era orientato nettamente verso l’azienda stessa, mentre la cosiddetta “forza lavoro” era considerata più che altro strumentale al raggiungimento degli obiettivi di business. 

Non ci si soffermava sulle specificità dei lavoratori, sulle potenzialità dei talenti, perdendo così l’occasione di valorizzare le proprie persone, rendere migliore l’ambiente di lavoro e, di conseguenza aumentare l’attrattività dell’azienda, il coinvolgimento, la produttività e la crescita stessa del business.  

Oggi, e in modo ancora più marcato negli ultimi anni, in seguito ai cambiamenti del mercato del lavoro e all’insorgere di nuove aspettative, il centro dell’attenzione si è spostato marcatamente sulle persone che lavorano in azienda. 

Manager, dirigenti e responsabili delle risorse umane hanno acquisito la consapevolezza dell’importanza di uno sguardo attento verso i propri collaboratori. Il futuro del lavoro è questo, per ogni azienda. 

Dalla ricerca e selezione alla gestione delle persone nel corso della loro vita lavorativa, un buon people manager si attiva affinché ogni talento sia valorizzato e ciascuno possa trarre la massima soddisfazione dalla propria vita professionale. 

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cos’è il people management: significato, traduzione e definizione.

L’espressione people management si può tradurre con “gestione delle persone”. È interessante notare la scelta di questa parola, “persone”, al posto del classico “risorse umane”. 

Un cambiamento che lascia intuire già dall’ambito semantico la differenza di approccio di questi due metodi. Metodi che, in sostanza, si sovrappongono - o per meglio dire supportano - a livello di attività. Quello che cambia è infatti il modo di porsi e il punto di vista adottato; la prospettiva dalla quale si osserva la quotidianità aziendale e il modo di pensare alla propria impresa.

Entrando maggiormente nel dettaglio, il people management è una gestione del team di lavoro che parte dalle persone che lo compongono, non dalle esigenze dell’azienda.

Non bisogna però intendere questo cambio di prospettiva come contrario alle logiche di business. Anzi. Diversi studi hanno dimostrato che benessere delle persone e performance sono molto più legati di quanto si pensasse in passato. 

Infatti, secondo i risultati di un’analisi condotta da Gallup, le realtà che presentano un alto livello di employee engagement registrano anche importanti miglioramenti in termini di performance come:

Il vantaggio, seguendo questa strada, ricade poi sull’azienda stessa, perché sarà più facile individuare e coltivare competenze chiave e sviluppare una visione complessiva del comportamento organizzativo.

people management e risorse umane: come cambia la gestione dei dipendenti.

In passato il concetto di gestione dei dipendenti si rivolgeva soprattutto a pratiche amministrative come:

  • pianificazione delle ferie e delle assenze
  • gestione delle buste page
  • controllo documenti aziendali

Nel contesto attuale, però, queste funzioni pur restando assolutamente necessarie, non possono essere considerate sufficienti. 

La gestione dei dipendenti deve infatti riguardare anche aspetti più umani e personali. 

Occuparsi delle proprie persone significa focalizzarsi sui lavoratori e sui loro bisogni, non semplicemente su fogli excel, piattaforme e burocrazia. 

Assicurarsi che lo stipendio arrivi correttamente e che - più in generale - l’offerta retributiva sia in linea con il mercato di riferimento è importante, ma non garantisce la fedeltà dei collaboratori. Senza la capacità di parlare al cuore delle persone, comunicare con loro e presentare un’offerta di valore, un’azienda rischia di non riuscire ad attrarre i talenti di cui ha bisogno o di perdere quelli già presenti nella propria realtà.

perché il people management è così importante?

Il people management è importante perché prepara l’azienda ad affrontare le sfide future. Contribuisce a diffondere una cultura innovativa, che pone al centro le persone, responsabilizzandole e fidelizzandole allo stesso tempo. 

Questo aspetto è cruciale per ogni azienda che voglia ottenere un vantaggio competitivo in un mercato in costante e rapido cambiamento. I modelli tradizionali della gestione delle risorse umane non sono più in linea con una società sempre più fluida e complessa. 

Occorre porsi in ascolto e porre le persone al centro del proprio business.

La consapevolezza della necessità di questo cambiamento è sempre più diffusa. Da una recente ricerca di McKinsey emerge che la maggior parte dei responsabili delle risorse umane sente una forte necessità di attribuire all’elemento umano un ruolo prioritario nel proprio lavoro. Inoltre, la quasi totalità degli intervistati ritiene che un approccio centrato sulle persone li aiuterebbe ad attrarre e a trattenere i migliori talenti. 

Ben il 90% dei responsabili delle risorse umane intervistati ritiene importante adottare misure per promuovere il riconoscimento delle capacità e dei contributi individuali tra i dipendenti.

Inoltre, emerge la necessità di recuperare – dopo il distanziamento avvenuto durante la pandemia – una dimensione di contatto diretto e fisico: non si può parlare di benessere sul lavoro o di stipendi attraverso uno schermo. La relazione con i lavoratori cresce soprattutto attraverso i momenti di condivisione e di dialogo quotidiani, di persona. 

people management e talent acquisition: acquisire, sviluppare e trattenere i migliori talenti.

Gli obiettivi prioritari del people management sono tre:

  • acquisire i talenti
  • sviluppare il loro potenziale attraverso percorsi di crescita
  • trattenere i talenti in azienda. 

Questo approccio alla gestione delle risorse umane ruota intorno ai concetti di coinvolgimento (o engagement) e partecipazione. Sono due elementi strettamente collegati tra loro, ma non totalmente sovrapponibili.

Il coinvolgimento è importante sia nelle fasi di ricerca e selezione del personale, sia in quelle di employee retention. 

Sin dalla pubblicazione dell’annuncio di lavoro, infatti, un’azienda ha la possibilità di aumentare l’engagement dei potenziali candidati, attraverso delle job description scritte in maniera accattivante e che contengano anche una presentazione dell’azienda.

Allo stesso modo, un dipendente coinvolto e vicino ai valori dell’organizzazione presso cui lavora è più propenso a restare fedele a quest’ultima e non cercare nuove opportunità professionali.

Non meno importante è il tema della partecipazione. Un lavoratore coinvolto e partecipe sarà maggiormente intraprendente, felice e si impegnerà attivamente nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.

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people management ed employee engagement: lavorare per la felicità dei lavoratori.

Un lavoratore felice lavora meglio e produce di più. Sembra tanto semplice e banale, eppure c’è voluto molto tempo perché questo assunto venisse assorbito dai vertici aziendali (e ancora non lo è ovunque). 

Lavorare per la felicità dei lavoratori non significa lasciare una completa libertà e non porre regole. Al contrario. Richiede una presenza attiva. 

Significa offrire ai lavoratori opportunità di crescita e di benessere, ponendosi in ascolto dei loro bisogni e ricompensandoli, non solo in termini economici. Nell’epoca della Great Resignation – le grandi dimissioni – e del Quiet Quitting non si può più dare per scontata la presenza e la fedeltà dei propri dipendenti. 

Occorre attivarsi per fare in modo che il lavoro diventi una parte importante, in positivo, della loro vita, su tutti i piani.

people management e d&i: diversità e inclusione.

Uno degli aspetti di cui si occupa il people management è la tutela delle diversità e l’inclusione e più in generale del diversity management

Questi valori – imprescindibili per le generazioni più giovani, che difficilmente sceglierebbero un’azienda che non li pone in primo piano – richiedono una particolare attenzione e rappresentano un valore aggiunto molto importante per ogni organizzazione. 

Il concetto chiave è che ogni diversità è ben accetta in quanto porta ricchezza. Ogni differenza genera un’opportunità

Il people manager traduce in concreto questi principi nel suo lavoro quotidiano, a partire dal recruiting, che deve sottolineare l’apertura dell’azienda ad ogni diversità. Questa consapevolezza è sempre più diffusa nei reparti delle risorse umane. 

Tornando alla ricerca di McKinsey, il 98% degli intervistati ritiene che assumere una visione più ampia della diversità, dell’equità e dell’inclusione renda il proprio lavoro più efficace e significativo.

people management, leadership e gestione del team: chi è il people manager.

Il people manager è il professionista che si occupa della gestione delle persone che lavorano in un’azienda o in un team. Il suo obiettivo è quello di attrarre nuovi talenti, curare la loro crescita professionale e umana e fare in modo che il loro contributo per il business aziendale venga massimizzato. 

Il suo lavoro si orienta decisamente nell'ambito delle relazioni umane. Partecipazione e coinvolgimento sono le parole chiave della sua attività. Ma che cosa significano in pratica? 


Ad esempio, in fase di recruiting, il people manager farà in modo che l’annuncio di lavoro metta in luce i valori aziendali, i benefit, l’importanza delle persone all’interno dell’azienda, e che si presenti in modo amichevole e fresco. I toni autoritari ed eccessivamente formali sono quasi sempre controproducenti. 

Segue poi il percorso di ogni singolo dipendente, lo invita al dialogo, cerca di comprenderne i bisogni, i punti di forza e quelli da sviluppare offrendo feedback costruttivi, proponendo anche un’offerta formativa mirata.

cosa fa un people and culture manager?

Nello specifico, il people and culture manager:

  • affianca il reparto delle risorse umane nell’attività di ricerca e selezione di nuovi talenti;
  • motiva e coinvolge colleghi e collaboratori condividendo la scelta e l’introduzione dei nuovi talenti a tutti i livelli;
  • tesse e coltiva con cura relazioni umane che si fondano sulla fiducia e su un sistema meritocratico;
  • incentiva la diffusione di un ambiente di lavoro piacevole, sereno e produttivo;
  • fa in modo che tutti i lavoratori possano ottenere il massimo del benessere.

le competenze del people manager.

Il people manager è un professionista con una ottima esperienza nell’ambito delle risorse umane e con conoscenze sul piano organizzativo e gestionale. 

Al contempo, deve essere una persona empatica, aperta all’ascolto, dotato di eccellenti qualità comunicative. Vediamo ora nel dettaglio quali sono le competenze chiave che lo caratterizzano.

self-management.

Un buon people manager, pur lavorando insieme a tante persone, deve in primo luogo possedere una buona gestione del proprio tempo, essere in grado di gestire la propria attività in autonomia e di organizzare i propri pensieri in modo efficace, in modo da prendere decisioni accurate. 

Sa porsi degli obiettivi chiari e trovare il modo giusto per perseguirli, organizzare il tempo, sul breve e lungo termine, distribuire in modo logico e funzionale le priorità.

problem solving.

Siamo nell’ambito dell’innovazione, in quanto questa professione è relativamente nuova e di conseguenza contiene in sé qualche piccolo margine di rischio. Un buon professionista deve saperlo gestire. 

È del tutto normale che si presentino situazioni complicate: il people manager deve trovare il modo di affrontarle senza panico, un passo dopo l’altro, con fiducia nelle proprie capacità e competenze. D’altronde, quando si aprono nuove strade s’incontrano sempre degli ostacoli da superare, e soltanto così si  cresce e si migliora.

leadership.

Con il people manager la leadership assume un volto nuovo. Non più autoritario, bensì aperto, collaborativo, empatico. 

Attenzione però: questo non significa che il people manager sia al pari di un collega o di un amico. Resta comunque un’autorevole figura di riferimento che tiene in mano le redini dell’organizzazione delle risorse umane. Le doti di leadership e la capacità di prendere decisioni sono dunque necessarie per svolgere questo ruolo.

team building.

Il people manager porta avanti un costante lavoro di team building proprio perché la sua attività si basa sulle relazioni. In questo modo evita il conflitto incentivando dialogo e socialità. Responsabilizza i dipendenti e li rende autonomi, perché ciascuno dia il massimo per raggiungere un obiettivo condiviso.

competenze digitali.

Il people manager possiede le più importanti competenze digitali perché il suo è un ruolo che, come abbiamo detto, opera nel campo dell’innovazione. 

Ad esempio, se valuta l’introduzione del lavoro da remoto per migliorare il bilanciamento tra vita privata e lavorativa dei dipendenti, saprà come organizzarlo e gestirlo anche a livello pratico, dunque quali software utilizzare e di quale strumentazione dotare dipendenti e uffici.

people management: conclusione.

L’approccio promosso dal People Management è oggi uno strumento fondamentale per guidare in maniera efficace l’innovazione. 

La capacità di porre le persone al centro del progetto aziendale è infatti fondamentale per riuscire a mantenere competitiva una realtà nel contesto attuale. Questo cambiamento culturale deve però essere guidato dal management, con l’aiuto di figure specializzate come quella del people manager.

Solo attraverso un approccio che guardi alle persone che portano avanti il progetto aziendale è possibile costruire un ambiente di lavoro accogliente e stimolante, che sappia attirare a sé i migliori talenti, coinvolgere le persone che ne fanno già parte e valorizzare il loro potenziale.

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