Hai appena ricevuto la promozione cui aspiravi da tempo - non una promozione qualsiasi: da un ruolo operativo sei passato ad uno di supervisione - e stai per cominciare un nuovo percorso professionale a capo di un team: sei finalmente un “Head of”. La soddisfazione del riconoscimento, l’emozione di ricoprire un ruolo gratificante sono grandi, ma non è il momento di crogiolarsi: la parte più difficile dell’impresa comincia proprio ora. 

Come rapportarmi con gli altri membri del team? Avranno fiducia in me, rispetteranno le mie decisioni? Queste sono solo alcune delle domande che ti staranno assillando. 

C’è chi ha la stoffa del leader, è vero ma, anche se innata, la capacità di dirigere può essere ulteriormente affinata. Occupare una posizione di potere, infatti, non implica automaticamente rispetto da parte dei propri collaboratori: fiducia e credibilità devono essere guadagnate, costruite nel tempo con comportamenti e azioni appropriate. 

La predisposizione alla leadership non esclude un percorso professionale di crescita e miglioramento, insomma. Ecco alcuni consigli da seguire lungo il cammino, gli atteggiamenti giusti da adottare per conquistare la stima del proprio team e rafforzarne la coesione interna.

  1. Conoscere e farsi conoscere
    Occorre innanzitutto instaurare rapporti con i membri del team, conoscere e farsi conoscere. Questo è essenziale per gettare le basi della loro fiducia nei tuoi confronti e, d’altra parte, dal tuo punto di vista è fondamentale per riuscire a gestire le relazioni interne al gruppo, anche quelle conflittuali. I rapporti devono essere coltivati nel tempo al fine di rilevare tempestivamente criticità e intervenire di conseguenza. A tal fine, l’ascolto è decisivo.
  2. Saper ascoltare (e poi decidere)
    Come in tutte le relazioni umane, anche sul lavoro l’intelligenza emotiva è indispensabile. La disponibilità alla comprensione e all’ascolto, senza mai dare troppa confidenza - di idee e suggerimenti inerenti l’attività lavorativa, ma anche di eventuali esternazioni di disagio - deve tradursi periodicamente in meeting di gruppo e incontri one-to-one per testare stati d’animo e opinioni. Dopo aver ascoltato e vagliato, però, alla fine è necessario mostrare il carisma e prendere la decisione ritenuta più opportuna.
  3. Condividere obiettivi 
    Gli obiettivi lavorativi devono essere condivisi con il team: l’impegno è comune, quindi tutti devono essere al corrente di ciò cui stanno dedicando i loro sforzi. L’ideale è di riunire il gruppo con cadenza periodica - una volta a settimana, ad esempio - per tenere sotto controllo l’andamento dei progetti, renderne tutti partecipi e aggiornarsi a vicenda. Questa abitudine contribuisce anche a cementare le relazioni.
  4. Incoraggiare invece di dare ordini
    Essere leader non significa imporsi indiscriminatamente in modo autoritario, impartendo ordini a destra e manca. Al contrario, il modo migliore per trasmettere autorevolezza è incoraggiare, motivare, stimolare a perseguire una certa strada e fare sempre meglio. Un simile atteggiamento infonde sicurezza: la realizzazione di task e progetti da parte del team avverrà così in maniera naturale. Questo comporta anche la capacità di delegare, pur monitorando sempre l’andamento dei lavori, e il non trascurare di esprimere riconoscenza per gli sforzi compiuti. In una parola, saper ringraziare.
  5. Dare l’esempio
    La credibilità si costruisce essendo quotidianamente da esempio per il team: mostrarsi competenti, sempre aggiornati e disposti a trasmettere le proprie competenze in qualunque momento, condividere il know-how acquisito, comportarsi da veri “insegnanti”. Il che significa anche essere collaborativi: intervenire in prima persona nelle situazioni critiche (dando concretamente una mano all’attività operativa, se necessario) è l’esempio migliore che si possa dare.
  6. Lodi in pubblico, critiche in privato 
    Per finire, un mantra da tenere sempre a mente durante l’esercizio della propria leadership: “lodare in pubblico, criticare in privato”. L’obiettivo di un leader non è il mero esercizio del potere, la sottomissione dei collaboratori secondo il motto latino divide et impera, tutt’al contrario: la loro solidarietà e serenità sono le basi di una collaborazione efficace, foriera di risultati eccellenti. Per evitare di creare fazioni e alleanze, mai attaccare o denigrare un membro del team di fronte agli altri; al tempo stesso, per rendere il gruppo solido e coeso, bisogna rendere tutti partecipi del successo altrui.