Il terzo comma dell’articolo 36 della Costituzione italiana sancisce che “il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. La legge stabilisce, inoltre, la struttura dell’orario di lavoro e specifica come si calcolano le ore di riposo e la modalità attraverso la quale il dipendente può usufruirne. Ci sono però alcune questioni che non sempre sono chiare ai dipendenti. Ad esempio la differenza tra ROL (riduzione dell’orario di lavoro) e permessi o come si calcolano le ore di permessi lavorativi in busta paga. Capiamolo insieme.

ragazza che spiega la differenza tra rol e permessi
ragazza che spiega la differenza tra rol e permessi

Giorni e ore di non lavoro retribuiti: quanti ne esistono?

Chi ha un contratto dipendente ha diritto alla normale retribuzione anche durante il godimento di un permesso. Esistono tre tipi di momenti di non lavoro ossia le ferie, i permessi e i ROL, vediamoli subito nel dettaglio. 



Le ferie sono diverse dai permessi perché questi ultimi normalmente si calcolano ad ore mentre le ferie a giorni. Sono pagate per diritto al 100% del salario giornaliero previsto e quantificate ogni anno in base alla legge di riferimento.



I permessi (ex festività) sono stabiliti, a differenza delle ferie, dal CCNL di riferimento. È infatti il contratto che stabilisce quante ore di riposo spettano al lavoratore e nascono per compensare la perdita di ore e giorni di riposo a seguito dell’abolizione delle festività religiose di San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini e SS. Pietro e Paolo. I CCNL di norma prevedono ogni anno circa 32 ore di riposo normalmente retribuite.



I ROL sono i “permessi” per la riduzione dell’orario di lavoro, di norma previsti dai CCNL. Come per i permessi ex festività, anche per i ROL è prevista la normale retribuzione delle ore di riposo prese con questa formula. Le ore di ROL possono essere richieste al datore di lavoro nei seguenti casi:

  • Ferie riconosciute in aggiunta a quelle già previste dal CCNL di riferimento;
  • Ritardi tollerati dal datore di lavoro;
  • Uscita anticipata per disagi provocati dal trasferimento dell’azienda in un’altra località geografica.

Il dipendente può fare richiesta di permessi e ROL ma sarà il datore di lavoro a decidere se concederli, o meno, a seconda delle esigenze organizzative o produttive dell’azienda. In ogni caso consigliamo di prendere visione del proprio CCNL poiché in assenza di disposizioni specifiche contrattuali, sarà il dipendente a decidere se fruire di permessi, ferie e ROL o se desidera invece riceverne il corrispettivo in busta paga. 

Permessi e ROL: esempi

Come già accennato, sarà il CCNL di riferimento a guidare nel caso in cui si voglia capire a quanti permessi e ROL un dipendente ha diritto. Inoltre, questi potranno variare a seconda del livello di inquadramento e delle mansioni specifiche del lavoratore. Per conoscere la quantità di ROL e permessi maturati, basta guardare l’ultima busta paga emessa. Qui, infatti, si trovano le ore maturate fino a quel momento, quelle godute e quelle restanti (saldo).   



Per quanto riguarda i ROL, ad esempio, il contratto metalmeccanica-industria prevede ogni anno un massimo di 72 ore di non lavoro e salgono a 92 per gli addetti al settore siderurgico. Nel terziario sono invece previste 56 ore annue di ROL per le aziende che hanno fino a 15 dipendenti e 72 ore l’anno per quelle con più di 15 lavoratori assunti. Il dipendente può usufruire delle ore di ROL in due diversi modi, individualmente o in maniera collettiva. 



Capita spesso che il lavoratore non riesca ad esaurire i ROL. Se previsto dal contratto di categoria, i ROL non goduti potranno essere pagati dal datore di lavoro nella busta paga del mese successivo alla scadenza. Nel caso in cui, invece, il CCNL non preveda una scadenza, si ritiene che le ore di ex festività e ROL maturino senza dover essere fruite entro un determinato termine.

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