Cosa cercano i giovani nel lavoro? Non un semplice impiego.
Una nuova generazione si sta affacciando al mondo delle professioni con priorità, aspirazioni e ideali sempre più determinanti nelle loro scelte, che non lasciano spazio a compromessi.
Non mandano il CV a decine e decine di aziende, non si accontentano della prima offerta, non si fanno selezionare: sono loro a scegliere dove e per chi lavorare. La priorità non è più trovare una semplice occupazione, ma piuttosto trovare un ruolo professionale che risuoni con i valori personali e che contribuisca positivamente al benessere sociale e ambientale.
Benvenuti nel mondo delle aspettative professionali che regolano il rapporto tra giovani e il lavoro.
indice dei contenuti:
- giovani e lavoro: una generazione chiamata Z.
- giovani e lavoro: l'unica certezza in un mondo che cambia è la consapevolezza di quello che cercano nel lavoro.
- cosa cercano i giovani nel lavoro? un significato.
- un cambiamento culturale, non solo generazionale.
- giovani e lavoro: cosa si aspettano dal processo di ricerca e selezione?
- giovani e mondo del lavoro: la bravura non basta.
giovani e lavoro: una generazione chiamata Z.
Quando parliamo di giovani e lavoro, facciamo principalmente riferimento a coloro nati dalla metà degli anni '90 fino al 2010. In Italia, gli appartenenti alla gen Z sono circa 9 milioni, più o meno l'11% della popolazione. Un gruppo che entro il 2030 rappresenterà un terzo dei lavoratori.
Cresciuta in un'epoca contraddistinta dalla tecnologia digitale e dalla connettività online, la generazione Z non ha mai conosciuto un mondo privo di Internet. È nata e ha vissuto con Internet, i social media e gli smartphone, configurandosi quindi come nativa digitale.
A differenza dei Millennials, che hanno vissuto la transizione dall'era pre-digitale a quella digitale, la gen Z è cresciuta in un ambiente immerso nella tecnologia, sviluppando una familiarità innata con le piattaforme digitali, che si riflette nelle loro aspettative lavorative, dove strumenti all’avanguardia e flessibilità sono elementi fondamentali.
Questi giovani sono cresciuti in un ambiente globalizzato, esposti a una varietà di culture e prospettive fin dalla tenera età, il che li rende più tolleranti e aperti al multiculturalismo. Inoltre, la generazione Z è anche la più istruita grazie all'accesso diffuso all'istruzione e alle risorse digitali che facilitano l'apprendimento continuo.
L'educazione della generazione Z non è limitata ai metodi tradizionali; essi sfruttano corsi online, tutorial su YouTube e piattaforme di apprendimento per migliorare le proprie competenze. Questo approccio proattivo all'apprendimento riflette una mentalità che valorizza l'acquisizione costante di nuove conoscenze e abilità.
Inoltre, la generazione Z è molto attenta alle tematiche sociali e ambientali. I giovani preferiscono lavorare per aziende che dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità e la responsabilità sociale. Sono motivati da impieghi che permettano loro di fare la differenza e di contribuire a cause più grandi.
Sono molto più consapevoli delle problematiche globali, come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, e desiderano lavorare per organizzazioni che condividono i loro valori e che sono impegnate in pratiche sostenibili e socialmente responsabili.
Le aspettative di questa generazione riguardano anche l’equilibrio tra lavoro e vita privata e la gratificazione. La gen Z dà grande importanza al benessere e alla qualità della vita e desidera migliorare continuamente e sentirsi valorizzata.
La generazione Z rappresenta non solo la prima generazione di nativi digitali, ma anche la generazione più diversificata ed istruita che la società abbia mai visto. Questo mix di caratteristiche rappresenta una vera rivoluzione e una forza di cambiamento per l'intera società.
Complessivamente, è la generazione della trasformazione ed è pronta a ridefinire il futuro del lavoro.
Qual è, quindi, il rapporto di questi giovani con il mondo del lavoro? Scopriamolo insieme.
giovani e lavoro: l'unica certezza in un mondo che cambia è la consapevolezza di quello che cercano nel lavoro.
Nell'attuale epoca caratterizzata dai rapidi progressi tecnologici, dalla mutevolezza degli scenari geopolitici e dalle complesse criticità socio economiche, assistiamo a trasformazioni senza precedenti che permeano ogni aspetto della nostra società. L'intersezione di questi fattori ha un impatto profondo sul panorama economico, sulle dinamiche occupazionali e sugli aspetti fondamentali del welfare statale, quali istruzione e pensioni.
Terminati gli studi, l'unica certezza che i giovani hanno in un mondo che cambia sempre più velocemente e caratterizzato da molta precarietà è una radicata consapevolezza che ispira e guida il percorso professionale da intraprendere.
I giovani in Italia sanno cosa desiderano dalla futura azienda per la quale lavoreranno: deve trattare bene i propri dipendenti, i clienti, i fornitori e il pianeta. Cercano ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi della diversità, dove possano sentirsi valorizzati e parte di una comunità. Questa consapevolezza deriva anche dalla loro esposizione alle tematiche sociali attraverso i social media e altre piattaforme digitali.
Inoltre, i giovani di oggi cercano flessibilità nel mondo del lavoro. Il lavoro da remoto e gli orari flessibili non sono solo desiderati, ma spesso considerati requisiti essenziali. Questo bisogno di flessibilità si riflette anche nella loro preferenza per un equilibrio sano tra vita lavorativa e personale, che li aiuta a gestire meglio lo stress e a mantenere un buon livello di produttività.
L'importante è far parte di un'organizzazione il cui impatto sia determinante per le sorti della comunità e del mondo, che adotti pratiche sostenibili e mostri un impegno concreto verso il tema della diversità e inclusione. Se l'impatto è misurabile, quel posto di lavoro è fatto proprio su misura per loro.
cosa cercano i giovani nel lavoro? un significato.
La tradizionale ricerca di un lavoro è diventata una ricerca di significato. Sempre più giovani concepiscono il lavoro come parte integrante del loro percorso di vita, andando oltre la mera prospettiva di guadagno. I giovani hanno ampiamente abbandonato lo slogan precedente, tipico dei boomer: si vive per lavorare. Vale l’opposto: si lavora per vivere, e possibilmente seguendo i propri valori, interessi e passioni.
La centralità del proprio impiego non è solo sulle mansioni e sul salario, ma anche su come il lavoro contribuisca al benessere personale, alla società e all'ambiente circostante.
La scelta di un'organizzazione che integra i principi di diversità, equità e inclusione (DEI) nella mission statement, traducendoli poi in politiche e azioni concrete, non è un'eccezione, ma una regola per milioni di giovani che si affacciano al mercato del lavoro.
Come dimostra l’Employer Brand Research 2024 di Randstad - indagine internazionale che ha coinvolto 32 Paesi con 173.000 rispondenti e oltre 6000 aziende a livello globale - l’equità è tra i driver principali nella scelta del datore di lavoro per i giovani tra i 18 e i 24 anni. Un indicatore, questo, sostanzialmente ignorato dalle altre generazioni.
Questo principio rappresenta un impegno tangibile verso l'uguaglianza e il rispetto delle diversità, creando un ambiente di lavoro dove ogni individuo può sentirsi valorizzato e supportato. Le aziende che dimostrano un autentico impegno verso l’equità attirano talenti che cercano non solo un impiego, ma una comunità di lavoro che rispetti e valorizzi le loro differenze.
Un’altra soluzione di attrattività sono le politiche di work-life balance. L’equilibrio lavoro-vita privata è essenziale per i più giovani, che collocano questo fattore al primo posto tra i driver più importanti nella scelta del datore di lavoro (64%).
Le aziende che offrono flessibilità lavorativa, come la possibilità di lavorare da remoto o orari flessibili, rispondono alle esigenze dei giovani di gestire meglio il loro tempo, riducendo lo stress e migliorando la qualità della vita. Questa generazione valuta positivamente i datori di lavoro che rispettano il tempo personale dei dipendenti, promuovendo un ambiente lavorativo che supporta il benessere a 360°.
La progressione di carriera è un altro aspetto cruciale, al quarto posto in classifica per i più giovani (58%). La gen Z vuole sapere chiaramente quali sono le opportunità di crescita e sviluppo offerte dalle aziende, preferendo ambienti dove il loro talento possa essere riconosciuto e valorizzato, con possibilità di avanzamento rapido e meritocratico. I giovani desiderano un piano di carriera ben delineato che mostri loro come possono progredire all'interno dell'organizzazione e quali competenze devono acquisire per raggiungere i propri obiettivi professionali.
Anche l’atmosfera di lavoro piacevole è fondamentale, al secondo posto tra i fattori di attrattività più importanti (61%). Per la Gen Z, un ambiente di lavoro positivo riduce lo stress e promuove il benessere personale, migliorando la motivazione e l'engagement. Un'atmosfera collaborativa e rispettosa è essenziale per stimolare la creatività e favorire le relazioni interpersonali.
Un altro driver importante per i giovani tra i 18 e i 24 anni è quello della retribuzione e dei benefit, che si aggiudica il quinto posto in classifica (55%). I giovani cercano compensi equi e pacchetti di benefit che riconoscano il loro contributo, motivandoli, e supportino il loro benessere.
Da non dimenticare la sicurezza del posto di lavoro, al sesto posto tra i driver più rilevanti per i giovani nella scelta dell’azienda per la quale lavorare (53%). Questo riflette la necessità di stabilità economica: la gen Z cerca un ambiente di lavoro che offra continuità professionale, riducendo l’ansia legata alla precarietà.
È bene specificare, però, che l’arrivo in un’azienda conforme alle proprie aspettative non comporta necessariamente un soggiorno di lunga durata per i più giovani. Molti di questi ultimi sono dei “job hoppers”, ovvero persone propense a cambiare lavoro più frequentemente rispetto alle generazioni precedenti.
Non esitano a cercare nuove opportunità se ritengono che l'attuale impiego non rispecchi le loro aspettative o se vedono possibilità di crescita altrove. Questo dinamismo è caratteristico della generazione Z, che non si accontenta facilmente e cerca costantemente di migliorare la propria situazione lavorativa.
un cambiamento culturale, non solo generazionale.
La trasformazione delle aspettative lavorative dei giovani non è solo un fenomeno generazionale, ma rappresenta un vero e proprio cambiamento culturale. Le nuove generazioni stanno ridefinendo il concetto stesso di lavoro, spingendo le aziende a evolversi per soddisfare rinnovati standard di etica, inclusività e sostenibilità.
Le nuove tecnologie e il crescente accesso all'informazione hanno influenzato profondamente i valori e le aspettative di questa generazione. Coloro che ne fanno parte cercano un lavoro dove possano sviluppare un forte senso di appartenenza e sentirsi valorizzati.
I giovani vogliono contribuire attivamente a cause che ritengono importanti e lavorare in ambienti che valorizzino la diversità e promuovano l'inclusione. Cercano organizzazioni che rispettino le differenze individuali e che li facciano sentire parte integrante di una comunità lavorativa coesa e rispettosa.
Questo cambiamento culturale si riflette anche nel modo in cui le aziende devono comunicare con i giovani talenti. Non basta più offrire un buon stipendio o benefit materiali; è necessario costruire una reputazione autentica e trasparente. Le organizzazioni devono dimostrare concretamente il loro impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale per attirare e trattenere i migliori professionisti.
Inoltre, la capacità di adattarsi e di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato è diventata essenziale. Le aziende devono essere pronte a offrire opportunità di sviluppo continuo, promuovere una cultura di feedback costante e valorizzare le iniziative individuali. Solo così possono creare un ambiente di lavoro stimolante e soddisfacente per le generazioni più giovani.
giovani e lavoro: cosa si aspettano dal processo di ricerca e selezione?
Il percorso di un giovane in cerca di lavoro è molto digital oriented.
I giovani ricercano opportunità professionali attraverso social network, job board e community blog, mostrando al contempo un interesse per gli eventi di orientamento professionale.
Prima di inviare la propria candidatura, dedicano tempo a informarsi approfonditamente sull'azienda: cercano le recensioni degli ex dipendenti, fanno ricerche sui bilanci, leggono i post dei manager sui social media. Arrivano così al colloquio molto preparati e magari con domande precise sulle prospettive di crescita dell’azienda e delle policy interne.
I giovani sono più propensi a partecipare a colloqui online, sfruttando le piattaforme con cui sono familiari, soprattutto perché molti di loro hanno esperienza con la didattica a distanza. L'incontro di persona è considerato solo se strettamente necessario o in una fase avanzata del processo di selezione.
giovani e mondo del lavoro: la bravura non basta.
Oggi, i giovani si trovano ad affrontare comparazioni e aspettative sconosciute negli anni precedenti. Da un lato, si confrontano con la generazione dei "boomers", che ha contribuito al miracolo economico e alla creazione di prosperità per le generazioni successive. Allo stesso tempo, entrano nel mondo del lavoro in un contesto culturale dove i social media promuovono modelli di successo semplicisti o utopistici.
Questi modelli suggeriscono che sia facile ottenere successo e guadagni consistenti con un impegno minimo, magari lavorando da luoghi esotici con una semplice connessione ad Internet. Allo stesso tempo, spingono i giovani ad eccellere sempre di più nell'ambiente lavorativo e a brillare nei contesti sociali, incoraggiandoli ad emulare modelli che, nella realtà, sono spesso irrealistici e difficilmente raggiungibili.
Il risultato? La pressione derivante da confronti con generazioni passate e da idealizzazioni presenti può generare uno stress aggiuntivo nei giovani, portandoli a sentirsi inadeguati a non riconoscere le proprie potenzialità e ad apprezzare i propri successi. Nonostante la bravura e le skills, quello che può fare la differenza per i giovani che si approcciano al lavoro è una sana ed autentica autostima. Parola di Amalia Ercole Finzi.