La  cultura aziendale tossica è una delle prime cause della Great Resignation, il fenomeno globale che vede un numero sempre maggiore di lavoratori dimettersi volontariamente dalle proprie posizioni, alla ricerca di opportunità professionali più appaganti. Secondo  una ricerca pubblicata su MIT Sloan Management Review, si tratta, infatti, del principale fattore che spinge i dipendenti a lasciare il proprio posto di lavoro.

Un luogo in cui ogni parola viene fraintesa, ogni errore diventa oggetto di critiche o umiliazioni, i dipendenti prevalgono l’uno sull’altro e il management non fa altro che alimentare questa rivalità è ostile, favorisce l’isolamento e causa stress, frustrazione e malessere.

Lavorare in un ambiente del genere può avere conseguenze negative non solo sul morale, ma anche sulla salute fisica e mentale di chi lo subisce, oltre a incidere gravemente sulle prestazioni lavorative e sul successo dell'azienda.

Scopriamo cosa si intende per cultura aziendale tossica, quali sono le pratiche che la alimentano e come prevenirla.

cultura aziendale tossica
cultura aziendale tossica

cosa si intende per cultura aziendale tossica.

Si parla di cultura aziendale tossica quando l’ambiente di lavoro è pervaso da dinamiche dannose, comportamenti disfunzionali e relazioni interpersonali conflittuali. In un’azienda con una cultura tossica, la pressione per raggiungere obiettivi e risultati tende a prevalere sul benessere dei dipendenti, creando un contesto in cui lo stress, la competizione malsana e la mancanza di rispetto diventano la norma.

Uno dei tratti distintivi della cultura aziendale tossica è la mancanza di fiducia tra i dipendenti e la leadership. I dipendenti possono percepire una costante mancanza di supporto da parte dei superiori, che hanno aspettative irrealistiche e stabiliscono obiettivi quasi impossibili da raggiungere. L’assenza di feedback costruttivi e la paura di esprimere le proprie opinioni o di commettere errori generano ansia e frustrazione. In queste circostanze, la paura di sbagliare prende il sopravvento, impedendo ai dipendenti di esprimere appieno il loro potenziale e di proporre nuove idee.

La comunicazione è un altro elemento critico. In molte aziende tossiche, la comunicazione è poco chiara, ambigua o addirittura inesistente. I dipendenti non sanno cosa aspettarsi o quali siano le priorità aziendali e questo porta a confusione e disorganizzazione. Spesso, chi occupa posizioni di leadership non fornisce le informazioni necessarie per svolgere al meglio il lavoro o, peggio, trasmette messaggi contrastanti che minano ulteriormente la fiducia e la chiarezza degli obiettivi.

Un'altra caratteristica comune degli ambienti di lavoro tossici è la competizione spietata. Invece di incoraggiare la collaborazione e il lavoro di squadra, la leadership può favorire rivalità tra i dipendenti, portandoli a vedere i colleghi come avversari piuttosto che come alleati. Questo tipo di competizione non solo ostacola il flusso di lavoro, ma crea tensioni interpersonali e isolamento tra i membri del team, aumentando lo stress e il malessere generale.

Inoltre, la meritocrazia è spesso assente. Le promozioni e i riconoscimenti non si basano sui risultati raggiunti o sulle competenze dimostrate, ma piuttosto su favoritismi o giochi di potere. I dipendenti più meritevoli, non vedendo riconosciuti i loro sforzi, possono sentirsi demotivati e disillusi. Questo può aumentare il rischio di burnout e di abbandono dell’azienda.

Da ultimo, la cultura aziendale tossica si nutre della mancanza di equilibrio tra vita privata e lavoro. I dipendenti possono sentirsi costantemente sotto pressione perché lavorano oltre l’orario previsto e sono sempre reperibili. Questo squilibrio contribuisce al deterioramento della salute psicofisica e influenza negativamente la qualità della vita.

quali sono le pratiche comuni in una cultura aziendale tossica.

Le pratiche che alimentano una cultura aziendale tossica sono comportamenti che compromettono il benessere dei dipendenti, rendono difficile la collaborazione e abbassano i livelli di produttività. Queste dinamiche spesso partono dalla leadership e si propagano poi all'interno dell’organizzazione.

1. mancanza di rispetto.

La mancanza di rispetto è una delle pratiche più comuni in una cultura aziendale tossica. Ignorare le opinioni dei dipendenti, svalutare i loro contributi o trattarli in modo condiscendente mina la fiducia e il senso di appartenenza all’organizzazione, generando malcontento e frustrazione. Il rispetto reciproco è fondamentale per un ambiente di lavoro sano e la sua mancanza causa calo del morale, riduzione della produttività e, nei casi più estremi, aumento del turnover.

2. ambiente di lavoro non inclusivo.

In un ambiente di lavoro non inclusivo, i dipendenti si trovano spesso a subire discriminazioni basate su genere, etnia, orientamento sessuale o altre caratteristiche personali. Questo tipo di cultura aziendale crea un’atmosfera di esclusione, in cui le opportunità di crescita, promozione o formazione non sono equamente distribuite. Un ambiente non inclusivo limita la diversità di pensiero e idee, riducendo il potenziale innovativo dell'azienda e generando insoddisfazione tra i dipendenti, che si sentono marginalizzati e meno valorizzati.

3. etica professionale assente.

L'assenza di un forte codice etico in azienda alimenta comportamenti scorretti come la mancanza di trasparenza, frodi o violazioni delle normative. In una cultura aziendale tossica, le decisioni possono essere prese senza tener conto dei valori morali o delle leggi, compromettendo la fiducia dei dipendenti e degli stakeholder. Quando l'etica professionale è ignorata, si creano ambienti di lavoro dove la reputazione dell'azienda è a rischio e i dipendenti si trovano a lavorare in un clima di incertezza e scarsa integrità.

4. competizione spietata e malsana.

Nelle aziende tossiche, la competizione tra dipendenti viene spesso incoraggiata in modo distruttivo. Invece di promuovere la collaborazione, i manager possono alimentare rivalità tra colleghi, spingendo i lavoratori a competere per riconoscimenti, promozioni o incentivi. Questo approccio erode il senso di squadra e porta i dipendenti a percepire i propri colleghi come minacce piuttosto che alleati. La competizione malsana genera tensioni, conflitti e stress e finisce per compromettere la produttività generale del team.

5. offese.

Le offese sono una pratica comune in una cultura aziendale tossica. Queste possono manifestarsi sotto forma di umiliazioni pubbliche, insulti o critiche non costruttive che mirano a svalutare le persone piuttosto che migliorare le performance. Le offese generano un clima di paura e insicurezza, riducendo la fiducia e il rispetto tra colleghi e verso i superiori. Questo comportamento mina il benessere psicologico dei dipendenti, causando stress, demotivazione e, a lungo termine, un ambiente di lavoro insostenibile.

6. microgestione e mancanza di fiducia.

Un’altra pratica tossica è la microgestione, ovvero il controllo eccessivo delle attività dei dipendenti. I manager che microgestiscono si intromettono in ogni dettaglio del lavoro, soffocando l’autonomia e la creatività del personale. Questo comportamento dimostra mancanza di fiducia nei confronti dei dipendenti, che si sentono svalutati e incapaci di prendere decisioni autonome. La microgestione può portare a una riduzione della motivazione e della soddisfazione, oltre a creare un ambiente di lavoro rigido e stressante (leggi anche: come gestire lo stress da lavoro).

7. favoritismi e mancanza di meritocrazia.

Un'altra pratica comune che alimenta una cultura aziendale tossica è mostrare preferenze ingiustificate nei confronti di alcuni individui, anziché valutare i dipendenti sulla base delle loro competenze e dei risultati raggiunti. Le promozioni, i riconoscimenti o le opportunità di crescita vengono concessi non per meriti effettivi, ma per amicizia o motivi arbitrari. Questo comportamento demotiva i dipendenti più competenti e laboriosi, che vedono i propri sforzi ignorati.

come prevenire una cultura aziendale tossica.

Prevenire una cultura aziendale tossica richiede uno sforzo consapevole e continuo da parte della leadership e di tutto il personale. Creare un ambiente di lavoro sano e collaborativo non solo migliora il benessere dei dipendenti, ma aumenta anche la produttività, riduce il turnover e promuove la crescita sostenibile dell'azienda. 

Ecco alcune delle strategie più efficaci da adottare.

1. promuovere una comunicazione aperta e trasparente.

Una delle prime azioni da intraprendere è incoraggiare una comunicazione chiara, trasparente e bidirezionale tra leadership e dipendenti. I manager devono fornire informazioni regolari e dettagliate su obiettivi, priorità aziendali e decisioni importanti, evitando di tenere i dipendenti all'oscuro o di alimentare confusione. 

Allo stesso tempo, è fondamentale creare un ambiente in cui i lavoratori si sentano liberi di esprimere le proprie idee, senza temere ritorsioni o critiche. La trasparenza nelle comunicazioni favorisce la fiducia reciproca.

2. cultura del feedback e del riconoscimento.

Un'altra strategia efficace è creare una cultura del feedback. I dipendenti devono sapere come stanno andando, cosa possono migliorare e ricevere apprezzamento quando raggiungono risultati importanti. 

I manager dovrebbero fornire feedback regolari, sia positivi che negativi, per mantenere alta la motivazione e permettere ai dipendenti di sentirsi apprezzati. Inoltre, riconoscere pubblicamente i successi e gli sforzi dei propri collaboratori è essenziale per costruire una cultura basata sul rispetto e la valorizzazione delle competenze.

3. stabilire regole chiare a favore del work-life balance.

Garantire l’equilibrio tra vita lavorativa e privata è fondamentale per prevenire una cultura tossica. Le aziende dovrebbero evitare di pretendere che i dipendenti siano reperibili al di fuori dell'orario lavorativo, limitare il lavoro straordinario non necessario e promuovere politiche di flessibilità, come il lavoro da remoto o lo smart working. Rispettare i confini tra lavoro e vita personale aiuta i dipendenti a ricaricarsi e a gestire lo stress.

4. investire nella formazione e nello sviluppo professionale.

Un ambiente di lavoro diventa tossico anche quando i dipendenti non vedono opportunità di crescita professionale. Investire nella formazione continua e nello sviluppo delle competenze è una strategia efficace per motivare i talenti in azienda. Le aziende dovrebbero offrire programmi di mentoring, corsi di formazione e percorsi di carriera chiari, consentendo ai dipendenti di migliorare le proprie capacità e di crescere all'interno dell'organizzazione.

5. leadership empatica e responsabile.

Il comportamento dei leader ha un impatto significativo sulla cultura aziendale. I manager devono dimostrarsi empatici, ascoltare i bisogni dei dipendenti e offrire supporto quando necessario. 

Una leadership che ispira fiducia, responsabilità e integrità crea un ambiente di lavoro positivo, dove le persone si sentono rispettate e valorizzate. I manager dovrebbero inoltre essere pronti a prendere provvedimenti contro comportamenti tossici all'interno del team, intervenendo tempestivamente quando si manifestano dinamiche dannose.

6. promuovere la collaborazione e il lavoro di squadra.

Le aziende che promuovono la collaborazione e la cooperazione vedono una riduzione della competizione malsana tra i dipendenti. Favorire il lavoro di squadra, creare progetti che coinvolgano più persone e incentivare la condivisione di know-how sono modi per contrastare l'isolamento e le rivalità interne. Quando i dipendenti lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni, si accresce il senso di appartenenza e si crea un clima di fiducia.

I datori di lavoro dovrebbero implementare strumenti di monitoraggio, come sondaggi anonimi tra i dipendenti o incontri periodici con i team, per rilevare eventuali segnali di malessere o problematiche in azienda. Essere proattivi nel gestire i feedback e nell’apportare miglioramenti prima che le dinamiche tossiche si consolidino è fondamentale per mantenere un ambiente di lavoro sano e produttivo.

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