Le politiche di welfare aziendale hanno acquisito un’importanza crescente, complici gli ultimi avvenimenti che hanno reso il contesto sociale e il mercato del lavoro ancora più complesso e caratterizzato da un forte e imprevedibile dinamismo.
In questo contesto, a tratti instabile, le aziende possono essere un grande supporto ai propri collaboratori grazie ad un’offerta di beni e servizi che hanno l’obiettivo di accrescere la loro condizione di benessere psicofisico, di migliorare il work-life balance e aumentare il potere di acquisto del nucleo familiare.
La scelta di potenziare i programmi di welfare aziendale non riguarda solo la cultura aziendale, l’impegno dell’impresa nelle politiche di diversity, equity e inclusion (DE&I) ma comporta dei vantaggi strategici per le organizzazioni.
In particolare, la decisione di convertire i premi di risultato in welfare aziendale risulta particolarmente vantaggiosa per le imprese.
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qual è la convenienza della conversione?
I premi di risultato sono un compenso aggiuntivo che le aziende possono erogare ai dipendenti durante l’anno - nel rispetto dei massimali previsti dalla legge - in seguito al raggiungimento di determinati risultati, concordati preventivamente.
I premi di produzione possono essere goduti dal lavoratore sia direttamente in busta paga, sia convertendoli in benefit previsti dal sistema di welfare aziendale. Questa soluzione comporta numerosi vantaggi, tra cui una maggiore flessibilità nella gestione degli stessi, permettendo al lavoratore di scegliere quale benefit possa meglio rispondere alle proprie esigenze personali e familiari.
Infatti, i sistemi di welfare aziendali possono prevedere delle soluzioni a sostegno della salute e il benessere, benefit economici per la famiglia, progetti di istruzione e formazione professionale e piani pensionistici migliorati. Questo tipo di iniziative contribuiscono a creare un ambiente lavorativo più motivante e inclusivo, migliorando la qualità della vita lavorativa e la soddisfazione generale dei dipendenti.
D’altra parte, la convenienza della conversione dei premi di risultato in welfare aziendale può comportare alcuni benefici anche per l’azienda:
- etico, in quanto la conversione di premi di produzione in un sistema di welfare può inserirsi all’interno delle politiche di diversity, equity e inclusion (de&i);
- strategico, dal momento che un sistema di welfare aziendale consente all’impresa di attrarre talenti e permette di creare un piano di crescita sostenibile che contrasta la talent scarcity;
- economico, grazie alla detassazione dell’imposta sostitutiva IRPEF e delle relative addizionali.
Non bisogna poi sottovalutare anche l’impatto positivo dei sistemi di welfare aziendale e dei premi associati sulla produttività: basti pensare che secondo recenti studi dal 2019 al 2021, nelle aziende con livelli alti di welfare, il rapporto tra Mol - un indice che misura la produttività del singolo dipendente - e fatturato è passato dal 9,4% all’11%. Questo dato è ancora più interessante se confrontato con la crescita registrata tra le imprese con bassi livelli di welfare, che è stata pari ad appena lo 0,2%.
cosa prevede la norma sui premi di risultato?
La normativa sui premi di risultato è stata introdotta con la Legge di stabilità del 2016 ed è stata successivamente modificata con la Legge di Bilancio 2023 e 2024 quando è stata approvata una riduzione dell’imposta sostitutiva IRPEF e delle relative addizionali al 5%.
Rimane invariato invece il l’importo massimo che può essere erogato (entro il quale l’azienda può beneficiare dell’aliquota agevolata o della conversione in welfare) a 3.000€; analogamente è stato confermato il limite di 80.000€ quale reddito da lavoro dipendente percepito nell’anno precedente per accedere ai vantaggi fiscali sopra menzionati.
La tassazione ordinaria sui premi di risultato prevede che il lavoratore possa richiedere, per iscritto, al proprio datore di lavoro la non applicazione dell’imposta sostitutiva del 10%; nel caso in cui l’ammontare del premio dovesse superare l’importo del premio soggetto a beneficio fiscale, la differenza deve essere oggetto di tassazione ordinaria.
Da non sottovalutare il fatto che è riconosciuta un’importante agevolazione contributiva nel caso in cui i contratti collettivi di secondo livello prevedano degli strumenti e delle modalità di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro
welfare aziendale: come funziona?
Il welfare aziendale è un insieme di benefici e prestazioni che vengono erogate ai dipendenti come integrazione della retribuzione con lo scopo di favorire e migliorare il work-life balance.
Esistono tre tipologie di welfare aziendale:
- contrattuale
- aziendale, involontario e obbligatorio
- sostitutivo o di produttività
I sistemi di welfare aziendali possono esprimersi attraverso benefit rimborsuali, nella erogazione diretta di un servizio specifico o in un mix di queste due formule. Le alternative che possono essere proposte al dipendente dall’azienda possono riguardare:
- assistenza sanitaria integrativa
- sistemi di previdenza complementare
- rimborso degli interessi passivi del mutuo
- progetti di istruzione e formazione professionale
- benefit economici alla famiglia
Il fine ultimo del welfare aziendale è comunque quello di aumentare la condizione di benessere del lavoratore, un aspetto sempre più rilevante per le imprese che vogliono attirare nuovi talenti. Secondo il Randstad Workmonitor tra i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori ci sono quelli che favoriscono l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, seguiti da quelli che prevedono un percorso di formazione, e un’assicurazione sanitaria.
Scopri di più su quali sono i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori.
come convertire i premi di risultato in welfare aziendale.
La conversione dei premi di risultato in welfare aziendale presuppone, prima di tutto, che l’azienda possa mettere a disposizione un sistema di erogazione secondo quanto stipulato da un accordo collettivo aziendale e da un accordo individuale con il lavoratore.
Bisogna poi sottolineare che la conversione dei premi di risultato in welfare aziendale non può essere riconosciuto individualmente, ma deve essere corrisposto ad una categoria omogenea di lavoratori, sebbene sia concesso di differenziare l’entità del premio in base al diverso raggiungimento dei risultati.
È essenziale che entrambe le parti siano consapevoli e concordi sui tempi e modalità attraverso le quali i premi di risultato vengono convertiti in benefit (e quindi non corrisposti come premio economico in busta paga). In ogni caso è essenziale tenere presente che, secondo quanto chiarito dalla circolare 5/E/2018 dell’Agenzia delle Entrate, è il lavoratore ad avere l’ultima parola se accettare o meno la conversione dei premi di risultato in welfare aziendale o meno.
La creazione di un piano di welfare aziendale deve essere commisurato e studiato per poter aiutare i lavoratori e rispondere in maniera specifica ai loro bisogni o a quelli della loro famiglia. La personalizzazione, quindi, è sicuramente il punto di partenza affinché i benefit possano essere apprezzati dal dipendente e soddisfare l’azienda.
Nella conversione è prevista l’erogazione da parte dell’azienda di flexible benefit e fringe benefit: coprire ad esempio spese mediche, o per l’assistenza a familiari anziani o non autosufficienti, per tasse universitarie, libri di testo, mense, asilo nido, per buoni pasto, carte regalo, ecc.