Ti svegli alla stessa ora anche senza puntare la sveglia. L'orologio mentale è ancora settato sull'orario d'ufficio. Il tuo subconscio non si è ancora abituato all'idea di essere in pensione. 

Anche se sei libero dalle responsabilità lavorative, il tuo corpo e la tua mente continuano a sentirne il peso. Sai cosa? Ti stanno mandando un messaggio; anche se sei in pensione, una parte di te è ancora attiva, propensa a rimettersi in gioco, impegnarsi in progetti creativi e soprattutto: tornare a lavorare. Si, in ufficio. Come negli ultimi 40 anni. Se sei curioso o stai valutando questa possibilità, continua a leggere per scoprire i nostri consigli su come lavorare in pensione.

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lavorare in pensione
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quanti anni di lavoro servono per andare in pensione?

Ti rechi in ufficio ogni giorno ormai da parecchi anni e non sai ancora quanto tempo ti occorre per raggiungere la tua sospirata pensione? Il processo di calcolo degli anni necessari per andare in pensione può sembrare complicato, ma in realtà è abbastanza accessibile. 

La prima domanda da porsi è: qual è l'età di pensionamento standard? In molti paesi, l'età di pensionamento è fissata dal governo e può variare. Ad esempio, in Italia, l'età di pensionamento varia in base al genere e agli anni di contributi versati.

Dopo aver scoperto l'età di pensionamento, devi considerare quanti anni di contribuzione sono necessari per ottenere una pensione completa. In Italia sono necessari almeno 20 anni di contribuzione per ottenere una pensione di vecchiaia.

Per calcolare quanti anni di lavoro ti servono, sottrai l'età in cui hai iniziato a lavorare dall'età di pensionamento desiderata e aggiungi il numero di anni di contribuzione necessari.

È importante notare che il calcolo degli anni per la pensione può variare in base a numerosi fattori, tra cui la tua situazione lavorativa, i contributi previdenziali e le politiche governative in evoluzione. Per ottenere una stima precisa, consulta un consulente previdenziale o il tuo ente previdenziale di riferimento.

Ricorda che il calcolo degli anni per la pensione è solo uno degli aspetti da considerare nella pianificazione della tua pensione. Valuta anche le tue esigenze finanziarie future, risparmia diligentemente e considera investimenti o altre fonti di reddito passivo per assicurarti un futuro pensionistico confortevole.

perché si decide di lavorare in pensione?

La scelta è soggettiva. La motivazione di continuare a lavorare in pensione spazia dallo stile di vita, non sei proprio il tipo di persona sedentaria ed hai bisogno di continui stimoli fisici e mentali, a quelli economici. Con l'aumento del costo della vita, molti lavoratori considerano la possibilità di tornare a lavorare perché la loro pensione non è sufficiente a garantire una vita confortevole. Il costo della sanità, dell'istruzione dei nipoti e altre spese impreviste possono mettere sotto pressione il budget dei pensionati.

Potresti anche essere alla ricerca di uno scopo. Molti pensionati scoprono che, dopo anni di lavoro, lo status di ex lavoratore può generare un senso di vuoto. Tornando al lavoro, i pensionati possono continuare a sentirsi utili e contribuire alla società. Alcuni pensionati tornano al lavoro come insegnanti, mentori o consulenti. Possono condividere la loro vasta esperienza e conoscenza con le generazioni più giovani.

lavorare in pensione si può?

È possibile tornare a lavorare pur percependo la pensione pubblica, poiché il divieto di cumulo tra redditi da pensione e quelli da lavoro è stato abolito a partire dal 1° gennaio 2009 dal decreto legge 112/2008.

Il pensionato che accede alla pensione di vecchiaia, dal giorno stesso che entra nel pensionamento, può esercitare una qualsiasi altra attività lavorativa. È utile tenere in mente che una volta percepiti ulteriori redditi, questi faranno cumulo nella dichiarazione dei redditi che il contribuente dovrà presentare, formandosi un’unica base imponibile IRPEF sulla quale versare le tasse.  

Il cumulo di redditi da lavoro e da pensione è assolutamente possibile per tutti coloro che vanno in pensione con il sistema retributivo o misto, cioè per quei soggetti che hanno iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995.

Per i pensionati contributivi puri, coloro che sono stati iscritti per la prima volta alla previdenza obbligatoria a partire dal 1° gennaio 1996, il cumulo tra lavoro e pensione è possibile se si raggiunge almeno uno dei seguenti requisiti:

  • 60 anni di età per le donne e 65 per gli uomini;
  • 40 anni di contribuzione;
  • 35 anni di contribuzione e 61 anni di età anagrafica.

Tuttavia, alcune pensioni non possono essere cumulate con i redditi da lavoro. In questa categoria ci sono i pubblici dipendenti riammessi in servizio presso le pubbliche amministrazioni. Inoltre, continuano ad essere soggetti al divieto di cumulo coloro i quali sono titolari di pensione ai superstiti  e degli assegni di invalidità con gli altri redditi.

Semaforo rosso anche per chi va in pensione in anticipo con Quota 100, oppure per chi ci andrà con Quota 102. Questi soggetti non possono lavorare finché non raggiungono i 67 anni.

C’è però un’eccezione: chi è andato in pensione con Quota 100 può prestare il proprio lavoro occasionalmente, ma la retribuzione non deve superare i 5.000 euro lordi l’anno.

quanti sono e cosa fanno i pensionati che lavorano?

In base agli ultimi dati Istat, quelli del 2021, i pensionati che hanno un’occupazione regolare sono 444 mila, in aumento rispetto al 2020 (+13,3%). Sei lavoratori pensionati su dieci lavorano nel settore dei servizi, un terzo dei quali nel commercio, mentre il 16% è occupato in agricoltura. 

In oltre tre casi su quattro si tratta di uomini, in due casi su tre di residenti nelle regioni settentrionali e quasi 9 su 10 sono liberi professionisti. Oltre la metà dei pensionati occupati possiede al massimo la licenza media (circa il 30% per il complesso degli occupati), tre su dieci possiedono un diploma mentre il segmento dei laureati rappresenta oltre un quinto del totale. 

L’età media dei pensionati che lavorano è progressivamente cresciuta: nel 2021 il 78,6% ha almeno 65 anni (77,4% nel 2019) e il 45,4% ne ha almeno 70 (41,8% nel 2019).

cosa succede alla tua pensione se decidi di tornare a lavorare? 

Quando si torna a lavorare, riprendono anche i versamenti di contributi all'Inps, con la possibilità di ottenere un aumento dell'assegno grazie al cosiddetto supplemento di pensione

Per un pensionato che decide di tornare al lavoro, lo stipendio percepito andrà ad aggiungersi al reddito pensionistico. Per chi lavora dopo la pensione non è prevista alcuna riduzione della pensione, ma deve pagare le imposte sui redditi sia da pensione che da lavoro dipendente.

Il rischio che i pensionati attivi si trovano ad affrontare in molti casi è quello di vedere un aumento dell’aliquota fiscale applicata ai loro redditi proprio a causa dell’accumulo di reddito da lavoro e pensione.

rientro in ufficio dopo la pensione: lo attende il multigenerational shock.

Primo giorno in ufficio dopo un'assenza di qualche anno. L'arredo è sempre lo stesso ma alla scrivania ci sono facce nuove. Ognuna rappresenta una generazione, ciascuna con un set unico di esperienze, aspirazioni, skills e valori.  

È quello che attende i pensionati che tornano in ufficio dopo una pausa: un ambiente di lavoro multigenerazionale che comprende colleghi Baby Boomer (nati tra il 1945 e il 1964), Generation X (1965-1980), Millennials (1981-1996) e Gen Z (1997-2012) detti anche zoomer, perché sono stati costretti a trasferire sulle piattaforme digitali una parte della loro vita durante la pandemia.

In questo scenario, spetta all’azienda stimolare la crescita, l'innovazione e la collaborazione tra generazioni diverse, ad esempio, attivando un programma di reverse mentoring.

In conclusione, lavorare in pensione è un'opzione che offre vantaggi significativi per coloro che desiderano mantenere un senso di scopo, aumentare il loro reddito e contribuire alla società. Tuttavia, è fondamentale conoscere le regole e considerare l'impatto sul tuo reddito in pensione. Scegli con saggezza e pianifica attentamente per un futuro finanziario più sicuro e soddisfacente.

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