Lo stage o tirocinio è il periodo di orientamento e formazione che un giovane svolge all’interno di una realtà lavorativa per maturare esperienza, accrescere le sue competenze e muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Nel corso degli anni è diventato uno degli strumenti più utilizzati dalle aziende per attrarre e formare i giovani talenti. Non sempre, però, tutto fila per il verso giusto. A volte, il periodo di internship può interrompersi anzitempo- Può avvenire per volontà dello stagista, del tutor o per fattori esterni, come tristemente dimostrato dall’ultimo periodo di emergenza.
Qualsiasi sia la motivazione, un tirocinante (o stagista) ha sempre facoltà di interrompere la propria esperienza lavorativa in azienda, previo accordo tra le parti. Che cosa significa, tuttavia, e cosa comporta l’interruzione di uno stage, anche quello iniziato con le migliori intenzioni? Cerchiamo di saperne di più guardando alla casistica e alle regole aggiornate. Dal 2017, infatti, sono in vigore le nuove Linee Guida in materia di tirocini che ne disciplinano e ridefiniscono lo svolgimento. Vediamo in dettaglio di che si tratta e cosa cambia dopo l’emergenza Covid-19.
quanti sono i tirocinanti in Italia.
Per capire il successo della formula del tirocinio o dello stage bisogna guardare i dati forniti dall'Istat nella sua ultima rilevazione, pubblicata il marzo scorso e relativa al mercato del lavoro nel 2019. Nello studio si legge che, a livello nazionale, il numero dei tirocini avviati è passato dai 227 mila del 2014 ai 349 mila nel 2018, con una crescita del 53,9%. Complessivamente nel quinquennio 2014-2018 i tirocini sono stati 1 milione e 615 mila. Si calcola che il 63,5% dei tirocini hanno interessato giovani fra i 20 e i 29 anni, alla prima esperienza di lavoro. Inoltre ad un anno dal termine di questa esperienza, il 60% di loro è stato inserito all'interno dell'azienda dove hanno realizzato l'esperienza formativa.
Capire effettivamente quanti tirocinanti o stagisti sono stati coinvolti invece dal lockdown e sono stati provvisoriamente sospesi non è facile. Secondo la Repubblica degli Stagisti, che monitora costantemente questa tipologia di ingresso al lavoro, gli stage sospesi si aggirerebbero tra i 45mila e i 50mila.
interruzione del tirocinio: modalità.
Più in generale, l’interruzione di un tirocinio può essere frutto della volontà del tirocinante, ma anche del tutor. Al di là, quindi, del momento emergenziale suscitato dall'epidemia di Coronavirus, le motivazioni possono essere diverse: nel primo caso lo stagista può aver trovato un posto migliore o può essersi reso conto che quel lavoro non fa per lui.
Nel secondo caso, più difficile da dirimere, è il tutor e l’azienda stessi che attestano l’impossibilità di proseguire l’esperienza magari per una condotta grave o per una manifesta incapacità di svolgere le attività assegnate. In entrambi i casi, le parti devono prima di tutto comunicare tra loro anche in forma scritta l’impossibilità di portare a termine lo stage.
Se invece, sopraggiungessero problemi economici per l’azienda erogante, e il tutor venisse licenziato, questo non determinerebbe in teoria motivo sufficiente per l’interruzione dello stage. È bene ricordare, in questi casi, che lo stagista non può in alcun modo sopperire alla mancanza di personale licenziato. Tuttavia, a meno che non sia il tirocinante a voler lasciare il posto, l’esperienza può continuare.
Non è detto, inoltre, che anche nei suddetti casi debba necessariamente consumarsi una rapida rottura tra l’azienda e lo stagista. Se c’è qualcosa che non va nella propria formazione è bene chiedere subito spiegazioni; allo stesso tempo, se il tutor si accorge di una scarsa volontà a portare a termine i compiti richiesti, bisogna intervenire subito per vedere se la situazione può migliorare.
la sospensione dello stage.
Quando si parla di sospensione di un tirocinio, invece, si presuppone la ripresa dell’attività una volta risolto il problema che ne impediva lo svolgimento. Le Linee Guida del 2017, che ovviamente non tengono conto della situazione straordinaria generata dal Covid-19 prevedono, in particolare, la possibilità di sospendere lo stage fino a un massimo di 60 giorni per le seguenti motivazioni:
- malattia lunga o infortunio dello stagista
- maternità dello stagista
- chiusura stagionale o temporanea dell’aziende.
Comunque, il periodo di sospensione non concorre al computo delle ore complessive: l’assenza sarà, dunque, recuperata successivamente allungando la scadenza dello stage fino al raggiungimento del monte ore stabilito dal contratto firmato tra le parti.
interruzione stage: cosa succede con il Covid-19.
Il lockdown si è abbattuto anche su tirocinanti e stagisti bloccando la loro attività di formazione all'interno di un'azienda: ma questa situazione ha avuto diversi risvolti a seconda della Regione perché in alcuni casi gli stage sono stati sospesi, mentre in altri casi è stato consentito una forma particolare di remote working. In realtà infatti il tirocinio o lo stage sono misure formative di politica attiva per creare dei contatti tra datore di lavoro e chi vorrebbe entrare o rientrare nel mondo del lavoro, tanto che con la loro sospensione non sono previsti ammortizzatori sociali come la cassa integrazione. Spesso si fa confusione tra stage e tirocinio, ma è più un problema linguistico che sostanziale. Si tratta di un periodo di formazione con l'obiettivo di apprendere i primi strumenti per un nuovo lavoro. Lo stage (parola francese e non inglese) è un'attività volontaria. Il tirocinio invece può essere curriculare, ossia obbligatorio all'interno di un determinato percorso formativo ed extracurriculare che è assimilabile allo stage.
stop da Regione a Regione in ordine sparso.
Con lo stop generalizzato in Italia di tutte le attività anche gli stagisti si sono trovati all'improvviso a casa. Ogni Regione ha disciplinato in maniera diversa la situazione dei suoi tirocinanti: in alcune di queste i tirocini sono stati sospesi, mentre in altre si è data la possibilità di continuare l’attività lavorativa da casa, in modo smart. È emblematico su questo fronte quanto fatto dalla Lombardia che ha offerto tre soluzioni:
- interrompere il tirocinio perché impossibile portare avanti i suoi obiettivi formativi
- sospendere il tirocinio per il periodo dell'emergenza epidemiologica e poi farlo ripartire al termine del lockdown
- far svolgere il tirocinio a domicilio in una modalità "assimilabile allo smart working".
Anche la Regione Piemonte, in maniera similare, ha consentito una modalità di svolgimento smart del tirocinio. La sospensione viene invece gestita come "chiusura aziendale" e concede la possibilità di riavviare il rapporto. Sul fronte opposto la Sardegna ha sospeso tutti i tirocini dal 12 marzo fino alla conclusione dell'emergenza sanitaria.