Il congedo straordinario retribuito è una misura di sostegno offerta ai lavoratori per assistere familiari affetti da disabilità gravi. È pensato per agevolare i dipendenti durante un momento particolarmente impegnativo e stressante della loro vita, garantendo un equilibrio tra responsabilità professionali e quelle familiari.
Riconosciuto ai lavoratori dipendenti sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, ha una durata massima di due anni e si rivela cruciale non solo per il benessere del lavoratore ma anche per la qualità dell'assistenza fornita al familiare disabile.
Comprendere a fondo le dinamiche e le condizioni di accesso a questa misura di sostegno è essenziale per garantire che i propri diritti vengano rispettati e che la stessa possa svolgere efficacemente la sua funzione umana e sociale.
Scopriamo nel dettaglio cos'è il congedo straordinario retribuito, chi ne ha diritto, come richiederlo, quali sono le condizioni necessarie per beneficiarne e in cosa si differenzia dal congedo straordinario non retribuito.
indice dei contenuti:
cos'è il congedo straordinario retribuito.
Il congedo straordinario retribuito è un periodo di assenza dal lavoro, della durata massima di due anni, che può essere utilizzato in modo frazionato. È un diritto riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti che devono assistere un familiare con una certificazione di handicap grave, a condizione che soddisfino i requisiti previsti dalla legge.
La normativa di riferimento include l’art. 42 del D. Lgs. n. 151 del 26 marzo 2001, modificato dal D. Lgs. n. 119 del 18 luglio 2011, che dettaglia le condizioni per accedere alla misura di sostegno, e la L. n. 104 del 5 febbraio 1992, nota come “legge 104”, che stabilisce le norme di assistenza, i principi di integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità, con l'obiettivo di garantire la loro piena partecipazione alla società.
Nel dettaglio, la legge 104 chiarisce quali sono le disabilità “gravi” che consentono al lavoratore dipendente di richiedere il congedo straordinario retribuito per assistere il familiare disabile.
L’art. 3 definisce le disabilità gravi come quelle condizioni in cui la minorazione ha ridotto l'autonomia personale del soggetto, rendendo necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale, sia nella sfera individuale che nelle relazioni sociali.
beneficiari e requisiti.
La legge italiana stabilisce criteri rigorosi per l’accesso al congedo straordinario retribuito, riservandolo a specifiche categorie di lavoratori che soddisfano determinate condizioni.
Inizialmente, il diritto a fruire del congedo straordinario era riconosciuto ai genitori (inclusi quelli adottivi o affidatari) e ai fratelli e sorelle conviventi, a condizione che entrambi i genitori fossero deceduti.
Tuttavia, la Corte Costituzionale ha esteso il numero di beneficiari e introdotto un ordine di priorità tra gli aventi diritto:
- coniuge, partner dell'unione civile o convivente di fatto del disabile. Questa categoria ha la priorità nella richiesta del congedo. Ad esempio, un dipendente sposato con una persona gravemente disabile può richiedere il congedo per fornire assistenza;
- genitori del disabile. Il padre o la madre possono usufruire della misura di sostegno se il coniuge convivente o il convivente di fatto del disabile è deceduto, assente o affetto da patologie invalidanti;
- figlio convivente del disabile. Il figlio ha diritto al congedo in assenza, decesso o grave invalidità del coniuge, parte dell'unione civile, convivente di fatto e di entrambi i genitori del disabile;
- fratello o sorella convivente del disabile. Fratelli e sorelle possono richiedere il congedo se il coniuge, parte dell'unione civile, convivente di fatto, entrambi i genitori e i figli conviventi del disabile sono deceduti, assenti o affetti da patologie invalidanti;
- parente o affine entro il terzo grado convivente del disabile. Questa categoria può richiedere il congedo se tutti i soggetti sopra elencati sono assenti, deceduti o affetti da gravi patologie.
Il legislatore, estendendo a soggetti diversi dai genitori l’accesso al congedo straordinario retribuito, ha stabilito come requisito la convivenza con il disabile bisognoso di assistenza. Questa può realizzarsi anche successivamente alla richiesta, ma deve avvenire entro l’inizio del periodo di congedo ed essere mantenuta per tutta la sua durata.
Il diritto al congedo straordinario retribuito, come già detto, è riservato a coloro che assistono un familiare con grave disabilità certificata dall’INPS o dall’ASL, come previsto dalla legge 104. Se il familiare è disabile ma non usufruisce della legge 104, quindi, il congedo non può essere richiesto.
Inoltre, se la persona disabile è ricoverata a tempo pieno in una struttura sanitaria, il diritto al congedo non sussiste, poiché l'assistenza è già garantita dall'istituto. Tuttavia, il congedo può essere concesso nei seguenti casi:
- per visite e terapie certificate che devono essere effettuate al di fuori della struttura di ricovero;
- se il disabile è in stato vegetativo persistente o con prognosi infausta a breve termine;
- se è richiesta espressamente assistenza non sanitaria da parte di un familiare, su indicazione dei medici della struttura.
Per poter usufruire del congedo straordinario retribuito è necessario essere lavoratori dipendenti, a tempo determinato o indeterminato. Secondo quanto stabilito dall’art. 4, comma 3, della legge 104, non possono richiedere il congedo straordinario retribuito i lavoratori:
- addetti ai servizi domestici e familiari;
- a domicilio;
- autonomi;
- parasubordinati;
- con contratto di lavoro part-time verticale durante le pause di sospensione contrattuale;
- agricoli giornalieri.
come funziona il congedo straordinario retribuito.
Il congedo straordinario retribuito è una misura di sostegno regolamentata da precise normative che stabiliscono la durata, l'indennità prevista, le modalità di richiesta e le condizioni per il prolungamento o l'interruzione dello stesso.
Di seguito, approfondiamo questi aspetti per comprendere meglio come funziona il congedo straordinario retribuito.
durata e indennità.
Il congedo straordinario retribuito ha una durata massima di due anni, distribuiti lungo l’intera vita lavorativa del dipendente. Questo periodo è complessivo e non cumulabile per più familiari. Ad esempio, se un lavoratore deve assistere due familiari con disabilità grave, il congedo di due anni dovrà essere diviso tra entrambi. Non potrà essere moltiplicato sino ad arrivare a quattro anni.
Il congedo può essere frazionato, ma solo in giorni interi; non è quindi possibile usufruirne a mezze giornate o a ore.
L’indennità prevista durante questo periodo di assenza dal lavoro corrisponde alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro precedente al congedo (incluse le voci fisse e continuative ed esclusi gli elementi variabili della retribuzione), entro un limite massimo annualmente aggiornato in base agli indici ISTAT.
I giorni di congedo straordinario sono coperti da contribuzione figurativa, il che significa che sono validi ai fini del calcolo dell'anzianità assicurativa. Tuttavia, questi giorni non contribuiscono alla maturazione di ferie, tredicesima e trattamento di fine rapporto (leggi anche: come calcolare il TFR).
Nel settore privato l'indennità viene anticipata dal datore di lavoro, mentre nel comparto pubblico la retribuzione è a carico dell'amministrazione.
come richiederlo.
Per richiedere il congedo straordinario retribuito è necessario soddisfare tutti i requisiti previsti dalla legge: oltre a possedere un contratto di lavoro dipendente, è indispensabile presentare il certificato di disabilità grave del familiare convivente, rilasciato da una commissione medica apposita (ASL o INPS).
Le modalità di richiesta variano a seconda che il lavoratore sia un dipendente del settore privato o del settore pubblico.
I dipendenti privati devono presentare la richiesta all'INPS utilizzando il modulo SR10. La domanda può essere inoltrata tramite il sito dell'INPS (se si possiede il PIN dispositivo), chiamando il call center (numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare) oppure tramite un patronato.
I dipendenti pubblici, invece, devono indirizzare la richiesta direttamente all’amministrazione di appartenenza. È consigliabile chiedere alla propria amministrazione se esiste un modulo specifico da compilare; in caso contrario, è possibile utilizzare un modello standard.
Una volta che l'INPS o l'amministrazione pubblica avrà valutato la richiesta, il dipendente verrà informato dell'esito. Il congedo straordinario, se approvato, potrà essere fruito entro 60 giorni dalla data di accettazione della domanda.
come prolungarlo.
Il congedo straordinario retribuito non può essere prolungato oltre i due anni complessivi previsti dalla normativa. Tuttavia, è possibile frazionare il congedo in più periodi, purché non si superi il limite massimo di due anni durante l'intera vita lavorativa.
Secondo l'art. 42 del D. Lgs. n. 151/01, infatti, il congedo può essere utilizzato per assistere un familiare disabile anche in modo non continuativo. Tra un periodo di congedo e l'altro, il dipendente deve riprendere effettivamente il servizio e, se desidera beneficiare nuovamente della misura di sostegno, deve presentare una nuova richiesta.
come interromperlo.
Il diritto al congedo straordinario retribuito decade se vengono meno i requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge, comportando anche il recupero dei benefici fruiti.
Il congedo può essere interrotto in diverse circostanze, tra cui:
- ricovero a tempo pieno del familiare disabile per il quale è stato richiesto il congedo;
- decesso del familiare disabile;
- assenza dal lavoro per malattia o maternità del lavoratore. In questo caso, l’interruzione del congedo straordinario è possibile solo se non sono trascorsi più di 60 giorni dall’inizio della sospensione delle attività lavorative.
A partire dal 2023, l’INPS ha introdotto la possibilità per i titolari del congedo straordinario retribuito di rinunciare all'agevolazione, in tutto o in parte.
Il servizio online per la gestione delle domande è stato integrato con una nuova funzionalità che permette di modificare alcune condizioni dichiarate in una domanda già inoltrata in modalità telematica.
Questa nuova funzione, chiamata "Rinuncia", consente ai lavoratori di comunicare all’INPS la volontà di rinunciare, integralmente o parzialmente, al periodo di congedo richiesto in una domanda precedentemente presentata.
differenza tra congedo straordinario retribuito e non retribuito.
Qual è la differenza tra congedo straordinario retribuito e non retribuito? Sono entrambi diritti dei lavoratori, ma presentano alcune differenze.
Il congedo straordinario retribuito è riservato esclusivamente ai dipendenti che devono prendersi cura di un familiare con disabilità grave certificata ai sensi della legge 104.
Il congedo straordinario non retribuito, invece, è un periodo di assenza dal lavoro che il lavoratore può chiedere al ricorrere di gravi motivi familiari, dei quali è tenuto a fornire una prova.
Un lavoratore che, per esempio, deve assistere un familiare malato ricoverato in ospedale o affetto da una patologia per cui l’INPS non ha riconosciuto la legge 104, non ha diritto al congedo straordinario retribuito, ma può richiedere il congedo straordinario non retribuito.
Anche quest’ultimo ha una durata massima di due anni, usufruibili in forma continuativa o frazionata. Durante questo periodo, il lavoratore non percepisce lo stipendio, né matura ferie, contributi e TFR. Tuttavia, conserva il diritto di mantenere il posto di lavoro fino al suo rientro.