Il congedo mestruale è un permesso mensile che consente alle donne di assentarsi dal lavoro durante il periodo del ciclo mestruale, in caso di sintomi gravi o debilitanti, senza perdere il diritto alla retribuzione.
La sua applicazione è ancora oggetto di discussione in molti Paesi del mondo. In Italia non è riconosciuto come diritto, ma alcune aziende hanno deciso di attuarlo autonomamente nell’ambito del proprio welfare aziendale.
Scopriamo cos’è il congedo mestruale e cosa prevede la legge italiana.
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Il congedo mestruale riguarda la possibilità per le donne di assentarsi dal lavoro per alcuni giorni al mese durante il ciclo mestruale, in presenza di sintomi dolorosi o debilitanti che impediscono lo svolgimento delle attività quotidiane e l’assolvimento delle normali funzioni lavorative.
Questa misura tiene conto dei disagi fisici ed emotivi che molte donne sperimentano a causa della dismenorrea, una condizione che si manifesta con dolore intenso e crampiforme nel basso ventre, che può raggiungere il picco nelle 24 ore successive all'inizio delle mestruazioni, ma che può presentarsi anche qualche giorno prima.
Oltre che dal dolore addominale, la dismenorrea può essere accompagnata da una serie di altri sintomi, tra cui nervosismo, diarrea, lombalgia, tensione mammaria, nausea, capogiri e svenimenti.
Le donne che soffrono di questa disfunzione, nei Paesi in cui il congedo mestruale non è ancora un diritto, sono costrette a fruire dei giorni di malattia per far fronte alla sintomatologia dolorosa.
Oggetto di discussione è proprio la disparità di trattamento rispetto agli uomini e alle donne che hanno un ciclo mestruale meno problematico: usare giorni di malattia per assentarsi dal lavoro a causa della dismenorrea, che nella maggior parte dei casi è una condizione fisiologica e non patologica, significa limitare la disponibilità degli stessi per altre necessità di salute.
come funziona in Italia.
In Italia, attualmente, non esiste una legge dello Stato che regoli il congedo mestruale, anche se nel corso degli anni sono state avanzate diverse proposte di legge per introdurre questa misura nell’ordinamento nazionale.
La prima proposta, recante “Istituzione del congedo per le donne che soffrono di dismenorrea”, risale al 27 aprile 2016, quando fu presentata alla Camera dei Deputati da Mura, Sbrollini, Iacono e Rubinato.
Questa chiedeva che le donne affette da dismenorrea potessero usufruire di un congedo di massimo 3 giorni al mese, regolarmente retribuiti al 100%. La misura prevedeva che tale congedo fosse riservato alle lavoratrici con contratto subordinato o parasubordinato, sia a tempo pieno che parziale, a tempo determinato, indeterminato o a progetto.
Per poter usufruire del congedo, le mestruazioni dolorose sarebbero dovute essere certificate da un medico specialista. Il testo specificava anche che il congedo non sarebbe stato equiparato ad altre cause di assenza, come la malattia, sia dal punto di vista retributivo che contributivo.
La proposta di legge più recente, recante “Introduzione di un congedo per le studentesse e le donne lavoratrici che soffrono di dismenorrea nonché disposizioni in materia di distribuzione gratuita di contraccettivi ormonali”, è stata presentata alla Camera dei Deputati il 20 febbraio 2023 da Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari e Zaratti.
Il secondo dei tre articoli di cui si compone la suddetta proposta di legge è dedicato al congedo mestruale lavorativo e stabilisce che le lavoratrici che soffrono di dismenorrea hanno il diritto di assentarsi dal lavoro per un massimo di 2 giorni al mese, regolarmente retribuiti, previa presentazione del certificato medico.
Anche in questo caso, il congedo non è considerato assimilabile ad altre forme di assenza dal lavoro come la malattia e si applica alle lavoratrici con contratto subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato o a progetto.
Il dibattito sul congedo mestruale in Italia è ancora aperto. Alcuni sostengono che questa misura potrebbe migliorare la qualità della vita delle donne lavoratrici, consentendo loro di gestire meglio i sintomi mestruali, con effetti positivi sul loro benessere psicofisico.
Altri, invece, esprimono alcune perplessità: secondo loro, la soluzione dovrebbe essere innanzitutto di tipo medico e terapeutico, soprattutto in caso di dismenorrea patologica. Inoltre, alcuni temono che il congedo mestruale possa rappresentare un passo indietro per l'emancipazione femminile, consolidando stereotipi sulla fragilità delle donne e rendendo le aziende più riluttanti ad assumere personale femminile.
Di fronte a questo vuoto legislativo, alcune aziende italiane hanno deciso di implementare politiche di welfare che consentono alle lavoratrici di richiedere permessi retribuiti nei giorni del ciclo mestruale.
Offrire questa possibilità dimostra attenzione al benessere delle proprie collaboratrici e può tradursi in benefici come un aumento della produttività una volta che le dipendenti tornano al lavoro.
quali sono i Paesi che lo prevedono.
Solo alcuni Paesi nel mondo prevedono il congedo mestruale, consentendo alle donne di assentarsi dal lavoro durante il periodo del ciclo mestruale, tra cui Giappone, Indonesia, Taiwan e Zambia.
La motivazione risiede nella cultura di questi Paesi, basata sulla credenza per cui il riposo durante le mestruazioni tuteli la natività e il mancato riposo in quei giorni potrebbe portare a complicazioni durante il parto.
In Giappone, il congedo mestruale è stato introdotto nel 1947 e prevede che le donne possano assentarsi dal lavoro per un numero illimitato di giorni, senza però ricevere alcuna retribuzione. Alcune aziende, però, hanno deciso di offrire un'indennità totale o parziale alle lavoratrici che usufruiscono di questo congedo.
In Taiwan, invece, sono garantiti fino a 3 giorni di congedo mestruale al mese, equiparati ai giorni di malattia e retribuiti al 50%. In Zambia, le donne possono usufruire di 1 giorno al mese di congedo mestruale, senza la necessità di presentare il certificato medico.
Per quanto riguarda i Paesi occidentali, la Spagna è il primo e attualmente l’unico Paese in Europa ad aver introdotto il congedo mestruale con la "legge organica per la tutela dei diritti sessuali e riproduttivi e la garanzia dell'interruzione volontaria della gravidanza", approvata definitivamente dal Parlamento il 16 febbraio 2023.
La legge, in vigore dal 1° giugno 2023, garantisce alle donne lavoratrici che soffrono di dolori mestruali invalidanti fino a 3 giorni di congedo al mese, interamente sovvenzionati dallo Stato, previa presentazione del certificato medico.
Sebbene nella maggior parte del mondo il congedo mestruale non sia ancora riconosciuto come un diritto, sono sempre più numerosi i Paesi dove la misura sta cominciando ad essere applicata su iniziativa volontaria di alcune imprese.