Il lavoro part-time – detto anche a tempo ridotto o parziale – è una forma di rapporto professionale regolamentata da un contratto individuale dipendente. Può essere a tempo indeterminato o determinato ed è caratterizzato da un orario inferiore rispetto a quello full-time che è, invece, a tempo pieno.
Vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sul lavoratore part time: dal tipo di contratto ai suoi diritti e doveri, passando per il monte ore, ferie e straordinari
lavoro a tempo parziale: come si richiede e chi può farlo.
La normativa del diritto del lavoro che disciplina le forme contrattuali a tempo parziale è contenuta nel decreto legislativo numero 81 del 15 giugno 2015.
La richiesta di poter lavorare part time può arrivare sia dal dipendente che dal datore di lavoro. Nel primo caso, la necessità di ridurre il monte ore può essere motivata da causa particolari di forza maggiore quali malattia, terapie sanitarie o assistenza ai propri familiari.
Il lavoratore, nello specifico, può richiedere il passaggio ad un rapporto professionale a tempo ridotto qualora:
- abbia un figlio portatore di handicap
- abbia un figlio di età inferiore ai 13 anni
- voglia passare al part time invece di usufruire del congedo parentale
Il contratto a tempo parziale deve essere stipulato in forma scritta. In assenza di un documento che lo certifichi, è nullo qualsiasi tipo di accordo sui diritti e doveri di entrambe le parti in causa.
Nella stesura del contratto dovranno essere indicati:
- orario giornaliero
- orario settimanale
- orario mensile da rispettare
- durata della prestazione lavorativa
I dipendenti a tempo pieno, infine, hanno diritto di precedenza rispetto a eventuali nuove assunzioni. Significa che il datore di lavoro, prima di assumere lavoratori part time, deve prima prendere in esame eventuali richieste di riduzione dell’orario.
I tipi di contratto a tempo parziale.
Sono tre le tipologie di contratto part time, che si distinguono principalmente per la distribuzione del monte ore nell’arco della giornata, del mese e dell’anno (leggi anche: part time orizzontale, verticale e misto: qual è la differenza?). Vediamo nel dettaglio le loro caratteristiche:
- il contratto part time orizzontale comporta una riduzione dell’orario giornaliero rispetto al full time
- si parla di contratto part time verticale quando la riduzione dell’orario riguarda il lavoro settimanale o mensile. In sostanza, si lavora per meno giorni rispetto ad un contratto a tempo pieno, ma le ore della giornata lavorativa sono le stesse
- il part time misto, infine, è una combinazione tra quello orizzontale e quello verticale. Rispetto al lavoratore assunto con contratto a tempo pieno, nel caso di part-time viene applicato lo stesso trattamento economico e normativo, proporzionato ovviamente alle ore effettivamente svolte
La forma di contratto part time può avere una durata massima di 24 mesi. Inoltre, all’inizio del secondo anno di contratto, l’eventuale proroga di altri 12 mesi va giustificata da motivazioni oggettive quali:
- congedi
- maternità (leggi anche: rientrare a lavoro dopo una gravidanza)
- aspettativa
lavoratore part time: diritti e doveri.
Il dipendente che lavora a tempo ridotto ha i medesimi diritti e doveri di tutti gli altri lavoratori con contratto da subordinati.
La tariffa oraria prevista, di conseguenza, è identica a quella per il tempo pieno, ma eventuali indennità o altri trattamenti economici sono decurtati, in modo proporzionale, dallo stipendio mensile.
I lavoratori del tipo verticale hanno diritto, invece, all’indennità solo per i giorni in cui hanno effettivamente lavorato.
Anche il datore di lavoro, dal canto suo, ha specifici diritti e doveri:
- può richiedere lavoro supplementare o straordinario
- può stipulare clausole di flessibilità nei limiti e nelle modalità indicati dalla legge
- deve informare le rappresentanze sindacali rispetto all’andamento del contratto part time dei propri dipendenti
- deve informare i dipendenti di eventuali nuove assunzioni part time o full time
- deve dare comunicazione rispetto alla trasformazione del contratto ai dipendenti affetti da patologie oncologiche
quante ferie spettano al lavoratore part time.
Come detto, il lavoratore part time ha diritto allo stesso trattamento normativo del dipendente full time. Questo vuol dire che è equiparabile ad un lavoratore a tempo pieno sotto tutti gli aspetti quali:
- durata delle ferie annuali (leggi anche: cosa dice la legge sul piano ferie)
- durata congedo di maternità
- durata congedo parentale
- trattamento di malattie e infortuni sul lavoro
infortunio sul lavoro del lavoratore part time.
La paga delle ore lavorative del dipendente part time è la stessa dei colleghi a tempo pieno. Per questa ragione, gli importi relativi ai trattamenti economici in caso di malattia, infortuni e maternità sono calcolati in proporzione al numero di ore svolte.
Solo tramite contratti collettivi si può stabilire che le retribuzioni vengano calcolate in maniera più che proporzionale.
lavoratore part time e disoccupazione.
Il differente orario di lavoro dei dipendenti part time non comporta trattamenti diversi per quanto riguarda l’accesso alla disoccupazione.
Per procedere alla domanda, dunque, permangono anche per i lavoratori a tempo ridotto requisiti oggettivi quali:
- stato di disoccupazione
- 13 settimane di contributi nei quattro anni che hanno preceduto la disoccupazione
- 30 giorni di lavoro effettivo nell’anno antecedente la disoccupazione
lo straordinario nel contratto part-time.
Gli straordinari possono essere richiesti dal datore di lavoro entro i limiti definiti dai contratti collettivi nazionali. Il lavoratore può rifiutare di compierli senza per questo venire licenziato per giusta causa (leggi anche: dimissioni senza preavviso: come fare e quali sono i rischi per il dipendente).
In assenza di riferimenti nel CCNL, il datore di lavoro potrà invece variare l’orario concordato entro il limite del 25% dell’orario. In questo caso, l’eventuale rifiuto a svolgere le ore supplementari va “giustificato da comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale”.
Il lavoro supplementare viene pagato “con una maggiorazione del 15% della retribuzione oraria globale di fatto”.
la pensione nel contratto part-time.
Il trattamento pensionistico viene calcolato in base all’ammontare totale dei contributi versati, sulla base delle ore effettivamente lavorate. La retribuzione imponibile mensile non deve però essere minore rispetto a quanto descritto dall’art.7 del D.L. 463/1983.
trasformazione del rapporto di lavoro: da part time al lavoro a tempo pieno.
Dipendente e datore di lavoro possono accordarsi per trasformare l’orario di lavoro da part time a tempo pieno o viceversa. Tale accordo deve essere stipulato in forma scritta e comunicato entro cinque giorni al Centro per l’impiego attraverso l’apposito modello UniLav.
Nello specifico, se il passaggio riguarda la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno, la formalizzazione non è necessaria, anche se è sempre consigliabile farla. Viceversa, la trasformazione in part time va sempre stipulata per iscritto e comunicata alla competente direzione provinciale del lavoro.
Il rifiuto da parte del lavoratore di passare da un part time a una collaborazione a tempo pieno e viceversa “non costituisce giustificato motivo di licenziamento”.
Il lavoratore affetto da patologie oncologiche, le cui ridotte capacità lavorative siano accertate da una commissione istituite presso l’Asl, ha diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in part time. Il rapporto di lavoro va nuovamente convertito in tempo pieno su richiesta del lavoratore, a meno che non sussistano per lui condizioni più favorevoli.
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