randstad workmonitor 2024.
una panoramica dei principali risultati.
i temi dell'edizione Workmonitor 2024: ambizioni e motivazioni nello sviluppo professionale.
-
motivazione e ambizione professionale.
-
Secondo la ricerca, oggi, per il 72% degli italiani il proprio lavoro è importante nella vita, in calo di 5 punti rispetto a un anno fa.
-
Tuttavia, crolla soprattutto la motivazione: si dice “motivato” nel ruolo attualmente ricoperto il 60% degli italiani, 9 punti in meno di un anno fa.
-
Il 51%, invece, si dichiara “ambizioso” per la propria carriera.
È interessante notare che, mentre l’ambizione decresce con l’avanzare dell’età, la motivazione aumenta man mano che sale la seniority. Secondo gli intervistati, a influenzare l’ambizione sono soprattutto l’età, gli eventi della vita, gli obiettivi personali e le opportunità che si presentano.
-
-
cosa conta sul lavoro.
I fattori più rilevanti nel lavoro per gli italiani sono principalmente:
-
equilibrio tra lavoro e vita privata (94%)
-
retribuzione (93%)
-
sicurezza del lavoro (90%)
-
“sentirsi realizzati” (87%)
-
flessibilità di orario (80%)
-
numero di giorni di ferie (79%)
-
formazione (79%)
-
assicurazione sanitaria (75%).
L’opportunità di un avanzamento di carriera (come una promozione o il passaggio a un nuovo ruolo) è solo al nono posto, evidenziata dal 74% del totale, superando di poco la politica sui congedi parentali (70%), i valori del datore di lavoro (69%), la possibilità di lavorare da remoto (67%).
-
-
il rapporto con il datore di lavoro.
Per la maggioranza (67%) dei lavoratori la responsabilità di un avanzamento di carriera ricade sul datore di lavoro (30 punti in più della media globale), mentre solo per il 10% sul lavoratore.
Eppure, il datore di lavoro chiede espressamente ai dipendenti motivazioni personali e ambizioni professionali in meno della metà dei casi (46%). E appena il 34% dei lavoratori sente di poter parlare liberamente con lui delle aspettative di carriera.
In generale, di avanzamento di carriera in Italia si parla poco con il capo (anche in confronto alla media globale):
- nel 60% dei casi il datore di lavoro non ne parla mai
- nel 21% solo una volta l’anno
- il 9% due volte l’anno
- solo il 6% una volta a trimestre e il 3% una al mese.
-
le aspirazioni professionali.
Se si indaga cosa vogliono davvero gli italiani per la propria carriera, il ruolo ideale tra 5 anni è
- nella maggioranza dei casi un impiego a tempo pieno (62%) o a tempo parziale (18%)
- in piccola misura da freelance (7%)
- solo l’11% si vede imprenditore.
Se si chiede invece la massima ambizione:
- un terzo dichiara di non volere ricoprire ruoli manageriali (32%)
- il 24% vorrebbe gestire un piccolo numero di persone
- il 18% un team di più di 5 persone
- il 10% più di un team
- il 7% una divisione
- solo il 5% sogna di essere il capo della sua azienda e il 4% di essere CEO.
-
cambiare lavoro per la carriera.
Quasi metà (49%) degli italiani in passato ha richiesto al proprio capo un miglioramento di condizioni o retribuzione, ma solo il 13% ha minacciato di licenziarsi nella negoziazione.
Ad ogni modo, la mancanza di opportunità di carriera si colloca solo come quinta motivazione per cui si lascia il posto (per il 24% degli italiani), dopo:
- un ambiente di lavoro non piacevole (29%)
- un lavoro che non si adatta alla propria vita personale (28%)
- un basso stipendio (25%).
Ugualmente, tra i motivi principali per non accettare un nuovo lavoro, il blocco alla carriera è al quinto posto, superato da:
- mancata sicurezza del lavoro
- influenza negativa sull’equilibrio con la vita personale
- stipendio inadeguato
- assenza dei benefit.
-
AI e formazione.
Il 79% degli italiani considera la formazione importante per il proprio lavoro attuale e solo il 7% non è interessato ad un’eventuale opportunità di apprendimento. Ma le reali opportunità di accesso sono inferiori: solo il 46% ha ricevuto un aiuto nello sviluppo di competenze realmente adeguate alla carriera.
Tra i diversi bisogni di apprendimento, gli italiani mettono indiscutibilmente al primo posto la formazione sull’intelligenza artificiale: ben il 34% si sente impreparato su questo tema e vorrebbe un percorso dedicato. Seguono altre necessita di formazione, con una predominanza di bisogni di competenze in campo ICT:
-
benessere e mindfulness (26%)
-
alfabetizzazione informatica e tecnologica (23%)
-
gestione dei progetti software (19%)
-
programmazione
-
competenza di gestione e leadership (18%)
-
scienza e analisi dei dati (17%).
-
-
la ricerca di un nuovo lavoro.
-
Circa un lavoratore italiano su 5 (il 22%) sta ricercando un nuovo lavoro all'interno o all'esterno della sua organizzazione
-
il 43% considera di farlo nel caso sorga un'opportunità appropriata nei prossimi 6 mesi.
-
Il 58% (3 punti inferiori alla media globale) si sente “impegnato” nei confronti del proprio datore di lavoro e pensa che continuerà a lavorare con lui.
-
consulta i report trimestrali e le passate edizioni del Workmonitor.
i nostri approfondimenti sul mondo del lavoro.
scopri tutti gli articoli-
13 Dicembre 2024
cos'è la corporate social responsibility?
-
13 Dicembre 2024
come fidelizzare i dipendenti in azienda?
-
08 Novembre 2024
employee engagement: cos’è e perché è importante.
-
08 Novembre 2024
skill shortage: cosa significa e come fronteggiare la carenza di talenti e competenze qualificate.
-
07 Novembre 2024
employer branding: esempi di strategie efficaci.
-
04 Novembre 2024
coaching aziendale, cos’è e perché è importante.
randstad workmonitor 2024.
scarica il report.