randstad workmonitor 2025.
una panoramica dei principali risultati.
i temi dell'edizione Workmonitor 2025: il senso di comunità e le motivazioni nello sviluppo professionale.
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motivare attraverso la personalizzazione.
I talenti si aspettano sempre di più che il lavoro sia in linea con i loro valori personali, le loro ambizioni e le loro circostanze di vita.
L'importanza di un lavoro che garantisca l'equilibrio tra vita privata e professionale rimane stabile: l'87% dei rispondenti non è disponibile a tollerare un lavoro non compatibile con il piacere del vivere.
Aumenta notevolmente, invece, la percentuale di chi lascerebbe un lavoro se il proprio datore di lavoro non tenesse conto delle sue richieste di condizioni migliori: con un +16% rispetto ad un anno fa (46% vs 29%).
La comunicazione con il proprio datore di lavoro acquisisce maggiore importanza: il 60% dei lavoratori ricercherebbe una nuova occupazione se si sentisse inascoltato dal proprio datore di lavoro.
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cosa conta sul lavoro.
I fattori più rilevanti nel lavoro per gli italiani sono principalmente:
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equilibrio tra lavoro e vita privata (87%)
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sicurezza del lavoro (87%)
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“sentirsi realizzati” sul lavoro (85%)
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retribuzione (85%)
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numero di giorni di ferie (78%)
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assicurazione sanitaria (78%)
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formazione e sviluppo (76%)
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avanzamento di carriera (74%)
Seguono le politiche di congedo parentale o per gravi motivi familiari (73%), la flessibilità di orario (73%) e di ubicazione (69%). Vengono introdotti nuovi fattori come l'opportunità di avere un impatto personale e l'innovazione, considerate importanti rispettivamente dal 70% e 69% dei rispondenti.
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il rapporto con il datore di lavoro.
In generale, le opinioni sulla propria azienda sono positive: l’84% dei lavoratori percepisce un senso di fiducia, il 77% è a suo agio nel condividere punti di vista e posizioni personali sul lavoro senza temere giudizi o discriminazioni, il 76% si fida dei colleghi.
Tuttavia, solo il 34% dei lavoratori ha comunicato al datore di lavoro le proprie aspettative e il numero dei datori di lavoro che si è consultato in modo proattivo sulle aspettative del lavoratore è solo il 27%.
I giudizi più negativi sono sulla flessibilità: solo il 55% dei lavoratori può scegliere quanto lavorare, il 53% dove lavorare, appena il 49% ha un sostegno sufficiente per il congedo parentale e per gravi motivi familiari.
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il valore della comunità.
Il senso di appartenenza diventa un vero e proprio ricostituente energetico (per l’89% influisce sullo stato di salute e benessere mentale) che potenzia anche la capacità produttiva.
Si evidenzia infatti una forte adesione sul fatto che il senso di collettività migliora il rendimento (89%) e che la sensazione di conoscere i colleghi permette di lavorare meglio (88%).
Il desiderio che il posto di lavoro corrisponda ad una comunità (87%) è più manifesto fra i lavoratori più senior (88% boomers vs 77% gen z). Tuttavia, emerge come soprattutto la Gen-Z frequenti i compagni di lavoro anche fuori dall’azienda (72%).
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motivi per cambiare lavoro.
Il 41% degli italiani in passato ha richiesto al proprio capo un miglioramento di condizioni o retribuzione, ma solo il 21% ha minacciato di licenziarsi nella negoziazione.
I principali fattori che spingono i lavoratori italiani a lasciare il proprio posto di lavoro sono:
- retribuzione (41%)
- un lavoro che non si adatta alla vita personale (40%)
- ambiente di lavoro tossico (40%)
La mancanza di benefit (55%), di opportunità di avanzamento di carriera (50%) e di flessibilità di orario (45%) restano, invece, validi motivi per non accettare un nuovo lavoro.
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formazione e sviluppo delle competenze.
Il 76% degli italiani considera la formazione importante per il proprio lavoro attuale e solo il 9% non è interessato ad un’eventuale opportunità di apprendimento.
L'intelligenza artificiale resta una priorità formativa per il 24% dei rispondenti e una scelta formativa generale per il 43% dei rispondenti.
L’AI, infatti, presenta un importante incremento rispetto all’interesse complessivo dichiarato un anno fa (+8%), soprattutto da segmenti che fino a poco fa stavano a guardare (colletti grigi, donne, boomers e Gen Z).
I bisogni di apprendimento legati all'ambito informatico e tecnologico guidano la classifica generale sul bisogno di formazione:
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gestione dei progetti software (21%)
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scienza e analisi dei dati (20%)
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alfabetizzazione informatica e tecnologica (20%)
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benessere e mindfulness (20%)
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competenze di comunicazione e presentazione (19%)
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fiducia del proprio manager.
Il ruolo del manager è cruciale nella creazione dell’ambiente lavorativo e del senso di comunità.
Il 64% dei lavoratori italiani ha un rapporto solido con il proprio responsabile, il 68% si sente più legato al proprio manager che all’azienda nel complesso. Di fatto, il 45% dei rispondenti afferma che darebbe le dimissioni in caso di frequenti disaccordi con lui.
Secondo il 77% degli intervistati, i manager si fidano quando si tratta di gestire le attività in modo indipendente. Una fiducia che viene percepita anche nel lavoro da remoto: nel 72% dei casi, i responsabili pensano che il proprio team sia produttivo anche se non fisicamente in ufficio.
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