Il processo di recruitment si sviluppa attraverso diverse fasi, dalla job analysis e la pianificazione delle esigenze di personale, alla fase di ricerca e screening, fino alla selezione e all’inserimento del nuovo professionista. Ma se c’è una fase che più di altre rappresenta il cuore del processo di selezione quella è sicuramente il colloquio di lavoro.

Ogni recruiter sa che un colloquio non è soltanto una chiacchierata formale: è un'arte e una scienza, una danza delicata tra comprendere le esigenze dell'azienda e scovare il vero potenziale di un candidato. 

E la chiave per fare tutto ciò con successo? Porre le giuste domande. 

In questo articolo, vedremo quali sono le migliori domande da fare per individuare il candidato ideale e le strategie più efficaci per allineare questo momento con la cultura aziendale e le esigenze dell’organizzazione.

servizi di ricerca e selezione di personale.

Il servizio di ricerca e selezione del personale di Randstad si occupa di trovare le risorse perfette per i ruoli disponibili all'interno della tua azienda. Come partner di fiducia leader globale nel settore dei servizi per le risorse umane, combiniamo tecnologie HR di ultima generazione ed esperienza umana per attrarre e selezionare i migliori talenti.

scopri i servizi
due donne che parlano tra loro sedute al bordo di una finestra
due donne che parlano tra loro sedute al bordo di una finestra

perché i colloqui di lavoro sono importanti per l'azienda.

Le persone sono l’anima pulsante e il motore di ogni organizzazione. Per questo motivo è importante assicurarsi di selezionare professionisti in linea con le necessità aziendali, sia in termini di competenze, che di attitudini e valori.

Il curriculum vitae e il profilo LinkedIn forniscono un quadro generale di un candidato, ma è attraverso i colloqui che si può realmente andare in profondità. Questa fase cruciale non solo mette in luce l'esperienza e le competenze tecniche di una persona, ma permette anche di cogliere sfumature della sua personalità e dei suoi valori. 

In un mondo lavorativo in continua evoluzione, non è solo ciò che il candidato sa fare che conta, ma anche chi è veramente: la sua capacità di adattarsi, di integrarsi nella cultura aziendale, di collaborare armoniosamente con il team e di apportare un reale valore aggiunto. 

Pertanto, per le aziende, è essenziale non solo condurre i colloqui con attenzione, ma anche personalizzare l'approccio di intervista per massimizzare i risultati e trovare la perfetta corrispondenza tra le proprie esigenze e i professionisti presenti sul mercato.

Non solo, questo momento è anche un importante biglietto da visita per l’azienda stessa. Si tratta, infatti, del primo vero momento di incontro, faccia a faccia, tra datore di lavoro e futuro possibile dipendente. 

Da questo punto di vista. dunque, per l’azienda il colloquio è anche un’occasione per fornire al candidato una prima idea dell’ambiente di lavoro e concretizzare aspetti e promesse descritti nell’annuncio di lavoro.

come condurre un colloquio di lavoro: le fasi essenziali.

Condurre un colloquio di lavoro richiede attenzione e metodo. Per assicurarsi che il processo sia efficiente e produttivo, è fondamentale seguire alcune fasi chiave:

  1. Pianificazione e preparazione: per assicurarsi di trarre il massimo da questo momento di confronto, è necessario assicurarsi di disporre degli strumenti e degli elementi necessari ancor prima del colloquio. Prima di tutto, bisogna gestire gli aspetti pratici come la definizione del momento e del luogo dell’incontro, la prenotazione della sala e la gestione del tempo. Inoltre, in questa fase, sarà necessario effettuare una ricerca dettagliata sul profilo del candidato (competenze, esperienza, qualifiche e caratteristiche elencate nel curriculum, profilo LinkedIn e piattaforme social), che sarà utile anche per definire le domande da porre e prepararsi alle possibili domande che potrebbero essere poste.
  2. Conduzione del colloquio: entrati nel vivo del processo sarà necessario valutare quanto il candidato sia adatto per il ruolo specifico (job fit), quanto sia in sintonia con lo stile manageriale (boss fit) e quanto si allinei con la cultura aziendale (company fit). L’incontro dovrà essere modulato a seconda delle necessità specifiche e della struttura del processo di selezione adottata. Ad esempio, l’azienda potrà optare per un unica fase di colloquio, o più incontri con diverse figure. Questo determinerà la tipologia e la profondità delle informazioni che dovranno essere raccolte.
  3. Follow-up dopo il colloquio: Una volta terminato il colloquio, sarà essenziale prendere del tempo per annotare riflessioni e prime impressioni emerse. Ad esempio, quali sono i punti di forza e i punti deboli del candidato, se le lacune in termini di capacità ed esperienza possono essere colmate attraverso la formazione e sviluppo o se la persona potrebbe essere il candidato più compatibile con il resto del team e con il business. Questo consentirà di fornire al candidato un feedback costruttivo e sull’esito, qualunque esso sia, consolidando così una comunicazione trasparente. In caso il processo di selezione preveda più fasi, sarà inoltre necessario fornire al professionista informazioni e tempistiche sui successivi incontri.
due donne che parlano tra loro sedute al bordo di una finestra

stai cercando di ottimizzare lo svolgimento dei colloqui?

scarica la guida gratuita

quali tipologie di colloquio esistono.

Esistono diverse modalità di colloquio, ciascuna con specifiche finalità e caratteristiche. Ecco una panoramica delle tipologie di interviste più diffuse.

  • colloquio conoscitivo: questo tipo di intervista non è strettamente legato a una posizione aperta. Il suo obiettivo principale è costruire una base di profili di potenziale interesse per future opportunità lavorative all'interno dell'azienda.
  • colloquio di approfondimento: queste interviste, a differenza delle precedenti, sono più approfondite. Sono riservate ai candidati che hanno già superato la fase iniziale di selezione e che, in linea di massima, rispecchiano le esigenze aziendali.
  • colloquio con prova tecnica: durante questo tipo di colloquio, l'attenzione si focalizza sulle competenze specifiche del candidato (hard skills). Può essere utilizzato per scremare ulteriormente il gruppo di candidati.
  • colloquio motivazionale: in questo caso, l'interesse è rivolto alle motivazioni che spingono il candidato a cercare quella specifica posizione lavorativa, fornendo insight sulla sua passione e compatibilità con il ruolo.
  • colloquio di gruppo: condotti con più candidati contemporaneamente, questi colloqui mirano a valutare le competenze relazionali dei partecipanti, la loro capacità di lavorare in team e di confrontarsi in un contesto competitivo.
  • colloquio online/via Skype o telefonico: anche se la modalità di comunicazione cambia, la sostanza dell'intervista rimane la stessa. Sono spesso utilizzati per ottimizzare tempi e costi, o quando le distanze geografiche lo rendono necessario.

come si inizia un colloquio di lavoro?

Iniziare un colloquio di lavoro nel modo giusto è fondamentale per stabilire una comunicazione efficace e mettere a proprio agio il candidato. Ecco alcuni passaggi chiave per assicurarsi un avvio positivo:

  • creare un'atmosfera rilassata: molti candidati possono sentirsi nervosi, soprattutto nei primi momenti. E' consigliabile iniziare con una chiacchierata informale per aiutarli a rilassarsi. Questo non solo fa sentire maggiormente a proprio agio il candidato, ma consente anche di avere un'interazione più autentica.
  • presentazione reciproca: è essenziale presentarsi e fornire informazioni sul proprio ruolo e background all'interno dell'azienda. Questo aiuta il candidato a comprendere meglio con chi sta parlando e a stabilire un contatto.
  • descrizione del contesto: parlare brevemente dell'azienda, spiegando il motivo della ricerca di nuovo personale per quella specifica posizione è un altro passaggio cruciale. Questo fornisce al candidato un quadro di riferimento per la conversazione successiva.
  • struttura del colloquio: dedicare qualche minuto a descrivere come sarà strutturato il colloquio, quanto tempo ci vorrà e cosa accadrà successivamente, aiuterà il candidato a prepararsi mentalmente e a capire cosa aspettarsi.
  • passaggio all'intervista vera e propria: una volta stabilite le basi, è il momento di passare all'analisi delle competenze e dell'idoneità del candidato per il ruolo in questione.

come condurre un colloquio di selezione? domande intelligenti da fare a un colloquio al candidato.

Sapersi preparare adeguatamente per un colloquio di lavoro non è un aspetto che riguarda solo la persona che si candida per la posizione aperta, ma anche chi dovrà condurre l’intervista.

Anche per quanto riguarda il recruiter, infatti, è essenziale avere ben chiari gli obiettivi da raggiungere e le informazioni fondamentali da ricavare dalla conversazione. In questo modo sarà possibile ridurre tempi e effort del processo e ricavare il massimo da ogni incontro. 

Una selezione accurata non si basa solo sulle competenze tecniche del candidato, ma anche sulla sua capacità di inserirsi armoniosamente all'interno della struttura aziendale. Di seguito, le tre dimensioni fondamentali da considerare durante un colloquio:

  • Job fit - o allineamento alla posizione
  • Boss fit - o allineamento allo stile manageriale
  • Company fit - o allineamento alla cultura aziendale

Queste dimensioni permettono di costruire un quadro completo delle competenze e del potenziale della risorsa, nonché della sua compatibilità con la cultura aziendale e con le persone con cui lavorerà.

job fit: cosa chiedere ad un colloquio al candidato.

Valutare il "job fit", ovvero la compatibilità del candidato con le specifiche del ruolo, è uno degli aspetti cardine di ogni colloquio. L'obiettivo non è solo identificare chi possiede le competenze tecniche e l'esperienza lavorativa necessaria, ma anche individuare chi dimostra una vera passione per il lavoro e la volontà di crescere professionalmente all'interno dell'azienda.

Per comprendere se un candidato è veramente adatto per la posizione offerta, è molto utile concentrarsi su domande mirate, che possano offrire uno spaccato chiaro delle sue competenze e delle sue motivazioni:

  1. Nel tuo ultimo impiego, quali sono stati i principali punti di forza che il tuo responsabile ha evidenziato in te? Questa domanda aiuta a capire come il candidato è percepito dai suoi supervisori e quali sono le sue principali aree di eccellenza.
  2. Ci sono ambiti in cui ritieni di avere margini di miglioramento? Una domanda che invita alla riflessione e che permette di valutare la capacità di autoanalisi del candidato.
  3. Quali aspetti di questo ruolo ti attirano particolarmente e quali trovi stimolanti? Attraverso questa domanda, sarà possibile sondare l'entusiasmo e l'interesse genuino del candidato per la posizione.
  4. Ci sono elementi del ruolo che pensi potrebbero rappresentare una sfida per te? Una domanda che può rivelare potenziali aree di difficoltà, ma anche la predisposizione del candidato a riconoscere e affrontare sfide.

Queste domande, se ben calibrate, possono aiutare a dipingere un quadro completo del grado di adattabilità del candidato al ruolo proposto, permettendo una selezione più informata e mirata.

boss fit.

Il rapporto tra un dipendente e il suo responsabile è spesso un indicatore chiave della soddisfazione lavorativa e della produttività

Una buona intesa può fare la differenza tra un ambiente lavorativo piacevole e uno dove le tensioni si accumulano. Pertanto, durante il colloquio, è fondamentale sondare la capacità del candidato di instaurare rapporti costruttivi con la leadership.

Per comprenderne meglio l'adattabilità e le esperienze passate, ecco alcune domande chiave:

  1. Chi è stato il tuo migliore responsabile finora e perché hai apprezzato lavorare con lui/lei? Questa domanda offre insight sulla tipologia di leadership sotto la quale il candidato riesce a dare il meglio di sé.
  2. Hai mai incontrato difficoltà nel rapporto con un tuo responsabile? Qui, il focus è sulla capacità del candidato di navigare dinamiche complesse e gestire eventuali tensioni.
  3. Se sì, cosa non ti ha convinto del suo approccio e come hai affrontato la situazione? Questa domanda approfondisce ulteriormente la risposta alla precedente, permettendo di comprendere meglio la resilienza e le abilità interpersonali del candidato.

Queste domande possono aiutare a intuire se il candidato sarà in grado di condividere e interiorizzare i valori, le aspettative e la visione del suo futuro responsabile, contribuendo positivamente al tessuto relazionale dell'azienda.

company fit.

Riflettere su come un futuro neoassunto si integrerà in azienda consente di evitare i costi legati a un'assunzione sbagliata, a partire dalle spese per la pubblicazione di nuovi annunci di lavoro fino alla perdita di produttività che si verifica quando le vacancy rimangono scoperte. 

Il colloquio dovrebbe incentrarsi soprattutto sull'idoneità del candidato rispetto all’ambiente di lavoro, al personale esistente e ai valori aziendali.

  • In quale delle tue precedenti aziende ti sei sentito particolarmente a tuo agio e perché? Questa domanda mira a identificare quali sono gli ambienti lavorativi in cui il candidato ha trovato maggiore soddisfazione.
  • Hai mai fatto parte di un team particolarmente coeso e produttivo? Se sì, qual era il segreto del suo successo? Attraverso questa domanda si intende scoprire le esperienze in team e quali elementi il candidato ritiene fondamentali per una collaborazione efficace.
  • Cosa conosci della nostra azienda e cosa ti ha spinto a candidarti? Quest'ultima domanda sonda il livello di preparazione e interesse del candidato nei confronti dell'azienda.

come valutare una persona durante un colloquio di lavoro?

Porre le giuste domande durante un colloquio è essenziale, ma lo è altrettanto saper valutare correttamente le risposte fornite dal candidato e, soprattutto, la presenza, o meno, delle competenze e attitudini richieste per la posizione.

Per valutare correttamente una persona durante il colloquio dovranno essere presi in considerazione elementi come:

  • la qualità dell'argomentazione delle risposte
  • il registro linguistico utilizzato e la capacità del candidato di fornire esempi tangibili a supporto delle affermazioni
  • nel caso in cui ci si trovi di fronte a un candidato con esperienza pregressa, i motivi dei cambi di lavoro
  • l’esito di prove pratiche, test o attività sottoposte al candidato per verificare l’adeguatezza rispetto alla posizione in oggetto.

Un altro aspetto determinante per un’accurata valutazione consisterà nell’indagare le competenze del candidato, sia tecniche che trasversali. 

  • Per valutare le hard skills, come già citato in precedenza, potrà essere sufficiente esaminare attentamente il curriculum e porre domande relative al percorso di formazione e alle esperienze di lavoro passate. 
  • Le soft skill, invece, riguardano aspetti personali più profondi. Sarà dunque importante porre domande mirate che consentano di valutare se il candidato possiede qualità come leadership, problem solving, gestione dello stress o capacità di lavorare in team.

Un ultimo aspetto che potrebbe essere preso in considerazione è il linguaggio del corpo. Espressioni facciali, postura e gesti, infatti, possono rivelare molto su una persona, talvolta più delle stesse parole. 

Tutti questi elementi, nel loro complesso, concorreranno a determinare la bontà di un candidato, non solo per la posizione lavorativa, ma anche in relazione alla capacità di integrarsi nell’organizzazione.

interview bias: cosa sono e come eliminarli.

Durante un colloquio, è cruciale essere consapevoli dei bias - o pregiudizi inconsci - che possono influenzare il giudizio. Questi pregiudizi possono oscurare una valutazione oggettiva, compromettendo una selezione realmente basata sul merito del candidato.

cosa sono i bias?

Si tratta di distorsioni automatiche del pensiero che possono indurre la persona a fare valutazioni non basate sulla realtà effettiva. Ecco due esempi di bias comuni in sede di colloquio:

  • framing effect: questa distorsione porta a valutare diversamente una stessa informazione a seconda di come essa viene presentata.
  • bias di conferma: rappresenta la tendenza a dare più peso alle informazioni che confermano le convinzioni preesistenti, ignorando o sminuendo quelle che le contraddicono.

come contrastare i bias durante un colloquio?

Fortunatamente esistono strategie e strumenti che possono essere utilizzati per contrastare i bias cognitivi. 

Ecco alcune strategie che possono aiutare a minimizzare il loro effetto:

  • utilizzo di metodologie combinate: adottare una combinazione di interviste strutturate (basate su domande standard) e interviste non strutturate può offrire una visione più completa e bilanciata del candidato.
  • adozione dell'intelligenza artificiale (IA): gli strumenti basati su IA sono capaci di analizzare grandi quantità di dati in modo obiettivo, offrendo valutazioni senza pregiudizi. Questo rende l'IA un alleato prezioso nel ridurre bias nell'ambito delle risorse umane (per approfondire: intelligenza artificiale e hr).

Riconoscere e combattere i bias non solo assicura una selezione equa, ma anche la scelta dei candidati più adatti per l'azienda.

due donne che parlano tra loro sedute al bordo di una finestra

stai cercando di ottimizzare lo svolgimento dei colloqui?

scarica la guida gratuita

conclusioni.

In conclusione, è possibile affermare che il colloquio di lavoro è il fulcro del processo di selezione. 

Per questo motivo è fondamentale porre domande intelligenti al candidato e pianificare con cura ogni step del processo.

Solo in questo modo, infatti, sarà possibile condurre un colloquio di lavoro efficace, valutare con precisione i candidati e, allo stesso tempo,  presentare l'azienda in modo efficace. 

scopri i servizi dedicati alle aziende.

scopri di più

scopri tutti gli approfondimenti sulla gestione delle risorse umane.

leggi gli articoli