Per i lavoratori la cui attività prevede un’organizzazione su turni al di fuori degli orari canonici, è prevista una particolare indennità aggiuntiva: l’indennità di turno. Si tratta di una percentuale di maggiorazione della retribuzione oraria e ha lo scopo di compensare il dipendente che spesso svolge la sua attività anche di domenica e nei giorni festivi.
Vediamo nel dettaglio come funziona l’indennità di turno, quali sono i casi in cui è prevista e a quanto ammonta la percentuale maggiorativa.
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cos'è l'indennità di turno?
L’indennità di turno è una forma di compenso regolamentato rivolto ad alcune categorie di lavoratori che svolgono attività lavorativa oltre gli orari canonici di lavoro, di sabato e domenica e durante le festività, come la Pasqua o il Natale.
Alcune professioni necessitano di un'organizzazione basata sui turni di lavoro. Chi lavora nella ristorazione, nelle farmacie o negli ospedali, per esempio, opera spesso su orari prolungati o in modo continuativo. Queste realtà richiedono che il personale dimostri una notevole flessibilità e disponibilità a lavorare anche al di fuori degli orari tradizionali.
La normativa italiana prevede che i datori di lavoro debbano compensare adeguatamente i dipendenti a cui viene richiesto di svolgere attività lavorativa su turni. Questo principio si basa sul riconoscimento che a tali lavoratori sono riservate condizioni lavorative meno agevoli rispetto a quelle offerte a coloro che seguono orari di lavoro convenzionali.
In base alla tipologia di turni effettuati, l’ammontare della percentuale integrativa prevista dall’indennità di turno varia: il turno notturno, ad esempio, merita una compensazione maggiore di quello diurno.
In alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), l’indennità di turno viene riconosciuta attraverso vantaggi e benefici diversi dal supplemento di paga, come un numero maggiore di giorni di riposo. In questo caso, si parla di riposo compensativo. Questo tipo di indennizzo permette ai lavoratori di recuperare le energie e bilanciare il tempo dedicato al lavoro con quello riservato alla vita privata, migliorando il loro benessere complessivo.
quando è prevista l'indennità di turno?
La legge riconosce alcuni casi per i quali l’indennità di turno è obbligatoria.
Innanzitutto, l’indennità di turno è prevista in tutte le circostanze in cui l’organizzazione del lavoro su turni è continuativa e ininterrotta. Questo significa che l'attività lavorativa deve coprire un orario di servizio giornaliero di almeno 10 ore, senza interruzioni. La Corte di Cassazione ha chiarito questo punto con la sentenza n. 8254/10, affermando che i lavoratori impiegati in strutture che non garantiscono tale continuità non hanno diritto all’indennità di turno. Un esempio classico di aziende che operano con continuità di turno sono gli ospedali e le forze dell’ordine, dove il servizio deve essere garantito 24 ore su 24 per soddisfare le esigenze pubbliche.
In secondo luogo, l’indennità di turno è obbligatoria in tutti i casi in cui il lavoratore partecipa alla turnazione ciclicamente, senza alcuna eccezione. Questo significa che i lavoratori, per ricevere l’indennità, devono essere coinvolti in un ciclo di turni regolare e ripetitivo, che non permette di svolgere l’attività lavorativa in maniera straordinaria solo occasionalmente. I dipendenti che effettuano ore di straordinario saltuariamente non hanno diritto all’indennità perché non partecipano a una turnazione programmata.
Da ultimo, l’indennità di turno può essere riconosciuta solo se il lavoro su turni è organizzato in modo equilibrato. Questo implica che i turni devono essere distribuiti in modo bilanciato tra le fasce orarie diurne, pomeridiane ed eventualmente notturne. Un’organizzazione equa dei turni garantisce che nessun dipendente sia svantaggiato. Se i lavoratori operano sempre nello stesso arco temporale e non partecipano alla rotazione dei turni, l’indennità di turnazione non può essere riconosciuta.
a quanto ammonta la maggiorazione retributiva dell'indennità di turno?
L’ammontare della maggiorazione retributiva dell’indennità di turno non è fisso. Corrisponde, infatti, a un incremento percentuale che varia in base al turno durante il quale il dipendente svolge la propria attività lavorativa.
Ai lavoratori impegnati nei turni diurni antimeridiani e pomeridiani, tra le ore 6:00 e le ore 22:00, spetta una maggiorazione del 10% della retribuzione oraria. Per coloro che, invece, lavorano nei turni notturni, dalle ore 22:00 alle ore 06:00, è prevista una maggiorazione del 30%.
Nei giorni festivi, per i turni compresi tra le ore 6:00 e le ore 22:00, la maggiorazione della retribuzione oraria sale al 30%. Ai dipendenti che lavorano nei giorni festivi dalle ore 22:00 alle ore 6:00 spetta invece una maggiorazione del 50% della retribuzione oraria.
Per i turni festivi che cadono durante la settimana, deve essere applicata un'ulteriore maggiorazione del 10%. Quest’ultima va a sommarsi al 30% previsto per i turni festivi diurni antimeridiani e pomeridiani e al 50% per i turni festivi notturni.
Se il datore di lavoro, a causa di necessità imprevedibili e non rinviabili, chiede al lavoratore di rientrare al lavoro durante un giorno di riposo, quest’ultimo avrà diritto ad una maggiorazione retributiva dell’indennità di turno del 50% oltre a un riposo compensativo in rapporto alle ore di lavoro svolte.
È bene sottolineare che l’ammontare della maggiorazione retributiva può variare in base alla contrattazione individuale con il datore di lavoro e che, in ogni caso, questa forma di compenso non è cumulabile con altri indennizzi elargiti a favore dei lavoratori per la diversa organizzazione degli orari di lavoro.
l'indennità di turno per i contratti part-time.
La legislazione italiana tutela i diritti dei lavoratori e stabilisce che l'indennità di turno debba essere riconosciuta anche a coloro che sono assunti con contratti a tempo parziale, ovvero che lavorano meno di 40 ore settimanali. Inoltre, questo diritto è garantito indipendentemente dal fatto che i lavoratori siano assunti con un contratto a tempo determinato o indeterminato.